mercoledì 31 maggio 2017

CAMBIO DI STAGIONE O STAGIONE DI CAMBIAMENTI?

Ancora un'altra settimana senza fiato, ancora mille impegni che ho affrontato combattendo la mia carenza di sonno e il dolore fisso e costante che irradiava ogni muscolo, provocato da quella che è diventata la mia fedele compagna di vita, ma almeno so che è un dolore fisico non provocato da nessuno quindi diventa meno doloroso. In queste ultime settimane sono stata talmente presa da troppe cose che non ho avuto il tempo di dedicarmi a ciò che odio di più ma che sono obbligata a fare: il cambio di stagione! Quando ho visto le figlie rovistare in soffitta perché il loro guardaroba non era più adatto al clima estivo che ha preso il suo posto prepotentemente, mi sono ricordata che era giunto ( e anche da un bel po') il momento di entrare nel marasma della soffitta a tirar fuori l'abbigliamento leggero e che Mister Brown aveva ancora tanta roba da portar via, così ho cominciato da lui e, armata di scatoloni, ho tolto tutto, ogni traccia della sua vita in questa casa è stata ben chiusa per essere mandata a far parte di un'altra vita in un'altra casa. E' stato un lavoro moralmente distruttivo, ero madida di sudore per l'afa della soffitta e fradicia di lacrime che scendevano quando mi ritrovavo tra le mani dei ricordi, pezzi di vita e di momenti felici: c'erano magliette regalate dalle bimbe in cui avevo fatto stampare, su loro indicazione, frasi amorose e ironiche, polo che compravo ogni volta che ne trovavo di colori che non aveva, alcune, comprate proprio l'estate scorsa,  le ho trovate ancora intonse, mai usate, con il cartellino attaccato e mi hanno fatto ricordare che, mentre io continuavo a fare la moglie attenta e premurosa, lui si stava impegnando ben bene ( riuscendoci in pieno) a nascondere il suo ruolo di amante/maritotraditore; poi sono spuntate altre magliette, quelle più vecchie che non metteva da un po' ma che ha sempre continuato a tenere, quelle comprate nei viaggi che facevamo quando eravamo solo io e lui, due ragazzi incoscienti che partivano per una meta non troppo certa, non prenotavamo mai niente, ci fermavamo dove capitava o piaceva, ogni viaggio era un'avventura che lasciava dentro di noi ricordi bellissimi, fatti di momenti tragicomici, di libertà, risate e sana stanchezza. Spero che si ricordi ancora il bellissimo albergo trovato a Lione, così economico e così in centro…l'addetto alla recepiton, uomo di poche parole ma dall'aspetto che parlava per lui, ci aveva accompagnato in camera: "bellissima" stanza  con una pelosa e sudicia moquette sulla parete e il letto attaccato proprio a questa, con un armadio in cui era stato installato un bagno improbabile, ma eravamo talmente stanchi e squattrinati che ci siamo adattati perché sembrava pure meglio del posto trovato l'anno precedente a Monaco, in un quartiere che di giorno ci era sembrato "normale" e carino, ma la sera si trasformava in un grande bordello e il nostro albergo fungeva proprio da "casa d'appuntamenti"! Il viaggio per eccellenza però è stato quello fatto a Praga e dintorni: quanto abbiamo riso per le stranezze e gli intoppi incontrati lungo il nostro percorso, le centinaia di chilometri  fatti viaggiando con i finestrini aperti cantando a squarciagola…troppi ricordi, troppa vita insieme, come si fa a non provare un minimo di sofferenza e a rimanere impassibili? Lui ci riesce così bene, ma io no.
Dopo essermi asciugata le lacrime ho chiuso tutto, ho riempito gli spazi vuoti lasciati dalla sua roba inscatolata con cose mie e delle bimbe, ho fatto in modo di non pensare a quello che era ma di accettare il cambiamento di vita pensando alle opportunità che posso ancora cogliere.
Non è stato solo un cambio di stagione, io sono cambiata, questa è la mia stagione dei cambiamenti, non farò più la mogliettina premurosa, le attenzioni e le premure devo averle per me stessa, basta con le illusioni e i sogni da bambina che crede ancora nelle favole, ormai quelli li ho messi nelle scatole insieme alla sua roba perché fanno parte di quella vita, non di questa vita, ho promesso a me stessa che non mi farò più prendere in giro da nessuno, che non crederò più ai falsi sorrisi, a vuote parole, ho imparato a credere solo a quello che posso toccare con mano e vedere con i miei occhi.
Basta abbassare la testa e dire sempre si a ogni richiesta altrui, prima devo pensare alle mie esigenze, come fanno tutti, senza il terrore di offendere o deludere qualcuno: gli altri hanno mai avuto tali scrupoli con me? Sono stata offesa, umiliata, maltrattata, derisa, usata, massacrata da ogni persona che ritenevo "speciale", motivo in più per cominciare a mettere me stessa davanti alle continue e insistenti esigenze di queste care persone che continuano e, purtroppo, continueranno a orbitare intorno a me.
Per adesso solo le bimbe e qualche amica si sono accorte del mio cambiamento,  mi incitano ad andare avanti e io non me lo faccio dire due volte, lui, Mister Brown non si accorge di niente, è troppo preso dai suoi perenni tira e molla con la donna Mantide, è impegnato mentalmente in altro, anche lui è cambiato tantissimo, non lo riconosco davvero più: era un uomo forte, deciso, poco influenzabile, con i piedi per terra, razionale, mi ha sempre dato la sensazione di stabilità e coerenza, invece ora è il contrario di ciò che era, ma non è più un problema mio.
Ognuno ha il suo cambio di stagione, solo che c'è chi, prima di imparare a cambiare in meglio, buttando ciò che non metterà più o le cose che sono state fin troppo ad aspettare un'occasione per essere indossate, regalando ad altri quello che non gli piace o che non gli sta più bene,  deve passare una stagione all'inferno, come me, ma ora ho più spazio per respirare, per accogliere il nuovo che verrà, ora che ho conosciuto l'inferno so cosa voglio e cosa non voglio più. I cambiamenti non sono mai facili, solo chi vuole veramente cambiare e ha una gran dose di coraggio li può affrontare perché, prima di coglierne i frutti, la strada è lunga, tortuosa, faticosa e dolorosa, c'è chi non riesce a percorrerla e si ferma a metà, accontentandosi di ciò che vede, rimanendo in una sorta di limbo, ma si perde il meglio, perché, quando si arriva in fondo tutto è più chiaro, ci accorgiamo che ciò che vedevamo non è ciò che è, ma che ci sono altre mille cose più belle di cui non ci siamo mai accorti e la fatica fatta per arrivare alla meta sparisce.
Ciò che distingue un uomo da un maschio e una donna da una femmina è il coraggio di essere se stessi e di affrontare le tempeste senza usare il prossimo come scudo o salvagente

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