Mercoledì
Sto
cercando di uscire dalla mia solita “modalità orso”, ma, appena metto il naso
fuori dalla tana, arrivano i colpi dei cecchini che mi stanno braccando per
ottenere finalmente il trofeo da appendere. Il mio silenzio viene interpretato,
da chi dovrebbe conoscermi ma in realtà non mi conosce affatto, per
indifferenza, spocchiosità, egoismo e volontà di prendere in giro gli altri, ma
sono stufa di dover dare giustificazioni, di spiegare i motivi del mio silenzio
( quello principale è la paura di trovarmi ancora sopraffatta da ulteriori
problemi) e la delusione che provo ogni volta che vengo mal interpretata. Si,
basta, lo sto facendo da una vita, con le stesse persone, e ancora non
capiscono, ancora mi marchiano con etichette fasulle; perché devo ancora
faticare quando l’ho fatto per tantissimi anni e non è servito a niente?
Chiudere, ecco la soluzione, ora comincio a togliere il superfluo, quello che mi
fa star male deve stare lontano da me. Mi chiamino pure egoista e cattiva, io
so di non esserlo, quindi lascio che ognuno sia libero di pensare e credere
quello che vuole, così come lo sono io.
Ieri mi
sono presa una piccola rivincita sulla piccoletta…molto gratificante! Sono
andata al colloquio con la sua nuova prof. di tedesco, che non mi aveva mai
vista né conosciuta fino a quel momento e che, avendo ben sette classi, ha il
diritto di chiedere nome e cognome del genitore che ha di fronte, ma con me non
è servito: appena mi ha vista mi ha riconosciuta come madre della piccoletta,
per lei non c’erano dubbi, la somiglianza era talmente forte che non potevo che
essere sua madre. L’ho ringraziata per il complimento ma anche avvisata di non
farlo presente a mia figlia, in quanto non sarebbe stata contenta di
assomigliare a chi critica fortemente per il suo aspetto. La prof. si è stupita
dicendomi che invece dovrebbe essere
orgogliosa e sentirsi fortunata ( anche nell’assomigliarle?) ad avere una madre
che è una bellissima donna…come al solito stavo per commuovermi, la mia
mancanza di abitudine ai complimenti mi imbarazza, ma il pensiero della faccia
che avrebbe fatto la piccoletta nel sapere della calda accoglienza avuta dalla
sua prof. mi faceva ridere dentro…e tanto.
E’ stata
una giornata intensa, senza tregua, piena di impegni, ho fatto la trottola
stando fuori casa dalle 7.30 alle 20.15, ma sono riuscita ad assolvere ogni mio
compito, scolastico, extra scolastico, casalingo, burocratico…nel tardo
pomeriggio mi sono fatta più di un’ora di sala d’attesa dal pediatra (purtroppo
la piccoletta ha un problema di salute che si presenta saltuariamente ma che la
rende uno straccio), cercando di arginare i commenti gaffeuses della figlia che non si accorgeva di avere un
tono della voce un po’ alto: l’imbarazzo di una giovane mamma che chiamava in
continuazione Rocco, il suo piccolo bambino, nel sentire che la mia, non più
piccola, bambina ridendo se ne è uscita con un “ Rocco…come Rocco Siffredi!!”,
si percepiva, anche se cercava di far finta di non aver sentito. Finalmente
arrivato il nostro turno, nel clou della visita, mi squilla il telefono: era la
quattordicenne che mi annunciava che, per farmi una piacevole sorpresa, aveva
lavato e toilettato i cani ma che nel momento di dare un’accorciatina al lungo
pelo che ricopre le orecchie del cane nanetto, si è fatta un po’ prendere la
mano… gli aveva tagliato l’orecchio, non del tutto, solo uno spacco nel
mezzo…ce la potevo fare, ce l’ho sempre fatta…dopo vari fogli da riempire,
medicine prescritte e pure intervista al santo pediatra che la piccoletta
doveva fare per la scuola, sono uscita salutando le giovani mamme, ancora
basite, nella sala d’attesa, sono corsa come un razzo verso il supermercato (
il frigo si stava sentendo vuoto dentro… e mi ci manca anche lui con la
sindrome depressiva da carenze…), cercando di non sforare il budget che avevo a
disposizione, controllando che la piccoletta non mettesse roba inutile per me, ma utile per lei, nel
carrello, magari anche senza ricordarsi di usare il salvatempo, rischiando di
incappare in un’eventuale mortificante verifica…e quando hai fretta vuoi che
non ti tocchi la verifica? Fortunatamente tutto era stato “sparato”, anche ciò
che qualcuna si è presa senza che me ne accorgessi…non poteva proprio fare a
meno di un barattolone di borotalco comprensivo di piumino sofficioso per
cospargerlo meglio? Non avevo il tempo per stare a fare la madre pignola, dovevo
ancora andare in farmacia per fare la scorta di medicinali per la piccoletta ed
erano quasi le otto…ho seminato il panico stradale, ho schivato apette e
motorini, ho preso scorciatoie immerse in campi inaspettati, e ho varcato la
soglia della farmacia nel momento in cui stavano spengendo le luci, ma il mio
aspetto stanco e trafelato deve aver mosso il cuore della farmacista che mi ha
dato tutto quello che mi serviva, sorridendomi comprensiva. Mi sono rimessa in
macchina per correre a casa, dovevo ancora sfare la spesa, pensare alla cena e
sistemare lo scempio canino, e, appena arrivata, sono stata accolta dalla
quattordicenne serena e soddisfatta per aver medicato, fasciato e sistemato
l’orecchio del cane nanetto che da Maltese bianco sembrava esser diventato come
la Pimpa…vuole fare la veterinaria, lo dice da dieci anni, ma non può
cominciare a fare pratica procurandosi i pazienti a tutti i costi…presa dalla
frenesia dell’orario e dalla stanchezza, ho soprasseduto e ho cominciato a
sfare la spesa, avendo dei cedimenti di memoria e di parola per la mancanza
perenne di sonno, per i miei digiuni quotidiani, per le energie ormai esaurite e
la piccoletta se ne è accorta, ha capito che ero stanca ma continuavo a
prendermi cura di lei, di loro, così mi ha chiesto di sedermi, di mettermi a
fare qualcosa che mi rilassasse perché lei avrebbe pensato a preparare la cena
e la sorella a farle da aiutante di sala e di cucina…ecco quello che ripaga
della stanchezza, dei sacrifici, del dover fare più di quello che potrei fare.
Meravigliose ( a parte il mandarsi a quel paese continuamente…).
Stamani
alle tre è suonato l’allarme, come al solito mi sono precipitata a staccarlo,
ho fatto il solito giro per la casa armata esclusivamente di cane già
insanguinato e altro cane, dall’aspetto più feroce ( ma solo l’aspetto), che,
spaventata dall’allarme, camminava dietro di me, terrorizzata. Non sono più
riuscita a dormire, mi sono fatta un caffè e ho preso coraggio per mandare una
mail di risposta a chi ancora mi chiede di sacrificare la mia vita in nome di
un fittizio mio benessere ma di un reale suo tornaconto, finalmente ho avuto il
coraggio di difendere i miei diritti, di dire NO, quel no che dovevo dire tanti
e tanti anni fa…
La giornata
è proseguita come sempre, con i mille impegni, le mille corse in macchina, gli
appuntamenti quasi accavallati, le forze mancanti, il sonno arretrato, ma
questa sono io, chi non si accorge di come sono può anche rimanere fuori dalla
mia tana a fare i cecchino…prima o poi imparerò a schivare anche le pallottole!
Chi la fa l’aspetti…e chi non ci riesce posso aiutarlo a mandarlo a farla…
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