mercoledì 5 aprile 2017

GIORNO 157

Mercoledì
Sto cercando di uscire dalla mia solita “modalità orso”, ma, appena metto il naso fuori dalla tana, arrivano i colpi dei cecchini che mi stanno braccando per ottenere finalmente il trofeo da appendere. Il mio silenzio viene interpretato, da chi dovrebbe conoscermi ma in realtà non mi conosce affatto, per indifferenza, spocchiosità, egoismo e volontà di prendere in giro gli altri, ma sono stufa di dover dare giustificazioni, di spiegare i motivi del mio silenzio ( quello principale è la paura di trovarmi ancora sopraffatta da ulteriori problemi) e la delusione che provo ogni volta che vengo mal interpretata. Si, basta, lo sto facendo da una vita, con le stesse persone, e ancora non capiscono, ancora mi marchiano con etichette fasulle; perché devo ancora faticare quando l’ho fatto per tantissimi anni e non è servito a niente? Chiudere, ecco la soluzione, ora comincio a togliere il superfluo, quello che mi fa star male deve stare lontano da me. Mi chiamino pure egoista e cattiva, io so di non esserlo, quindi lascio che ognuno sia libero di pensare e credere quello che vuole, così come lo sono io.
Ieri mi sono presa una piccola rivincita sulla piccoletta…molto gratificante! Sono andata al colloquio con la sua nuova prof. di tedesco, che non mi aveva mai vista né conosciuta fino a quel momento e che, avendo ben sette classi, ha il diritto di chiedere nome e cognome del genitore che ha di fronte, ma con me non è servito: appena mi ha vista mi ha riconosciuta come madre della piccoletta, per lei non c’erano dubbi, la somiglianza era talmente forte che non potevo che essere sua madre. L’ho ringraziata per il complimento ma anche avvisata di non farlo presente a mia figlia, in quanto non sarebbe stata contenta di assomigliare a chi critica fortemente per il suo aspetto. La prof. si è stupita dicendomi che invece  dovrebbe essere orgogliosa e sentirsi fortunata ( anche nell’assomigliarle?) ad avere una madre che è una bellissima donna…come al solito stavo per commuovermi, la mia mancanza di abitudine ai complimenti mi imbarazza, ma il pensiero della faccia che avrebbe fatto la piccoletta nel sapere della calda accoglienza avuta dalla sua prof. mi faceva ridere dentro…e tanto.
E’ stata una giornata intensa, senza tregua, piena di impegni, ho fatto la trottola stando fuori casa dalle 7.30 alle 20.15, ma sono riuscita ad assolvere ogni mio compito, scolastico, extra scolastico, casalingo, burocratico…nel tardo pomeriggio mi sono fatta più di un’ora di sala d’attesa dal pediatra (purtroppo la piccoletta ha un problema di salute che si presenta saltuariamente ma che la rende uno straccio), cercando di arginare i commenti gaffeuses  della figlia che non si accorgeva di avere un tono della voce un po’ alto: l’imbarazzo di una giovane mamma che chiamava in continuazione Rocco, il suo piccolo bambino, nel sentire che la mia, non più piccola, bambina ridendo se ne è uscita con un “ Rocco…come Rocco Siffredi!!”, si percepiva, anche se cercava di far finta di non aver sentito. Finalmente arrivato il nostro turno, nel clou della visita, mi squilla il telefono: era la quattordicenne che mi annunciava che, per farmi una piacevole sorpresa, aveva lavato e toilettato i cani ma che nel momento di dare un’accorciatina al lungo pelo che ricopre le orecchie del cane nanetto, si è fatta un po’ prendere la mano… gli aveva tagliato l’orecchio, non del tutto, solo uno spacco nel mezzo…ce la potevo fare, ce l’ho sempre fatta…dopo vari fogli da riempire, medicine prescritte e pure intervista al santo pediatra che la piccoletta doveva fare per la scuola, sono uscita salutando le giovani mamme, ancora basite, nella sala d’attesa, sono corsa come un razzo verso il supermercato ( il frigo si stava sentendo vuoto dentro… e mi ci manca anche lui con la sindrome depressiva da carenze…), cercando di non sforare il budget che avevo a disposizione, controllando che la piccoletta non mettesse  roba inutile per me, ma utile per lei, nel carrello, magari anche senza ricordarsi di usare il salvatempo, rischiando di incappare in un’eventuale mortificante verifica…e quando hai fretta vuoi che non ti tocchi la verifica? Fortunatamente tutto era stato “sparato”, anche ciò che qualcuna si è presa senza che me ne accorgessi…non poteva proprio fare a meno di un barattolone di borotalco comprensivo di piumino sofficioso per cospargerlo meglio? Non avevo il tempo per stare a fare la madre pignola, dovevo ancora andare in farmacia per fare la scorta di medicinali per la piccoletta ed erano quasi le otto…ho seminato il panico stradale, ho schivato apette e motorini, ho preso scorciatoie immerse in campi inaspettati, e ho varcato la soglia della farmacia nel momento in cui stavano spengendo le luci, ma il mio aspetto stanco e trafelato deve aver mosso il cuore della farmacista che mi ha dato tutto quello che mi serviva, sorridendomi comprensiva. Mi sono rimessa in macchina per correre a casa, dovevo ancora sfare la spesa, pensare alla cena e sistemare lo scempio canino, e, appena arrivata, sono stata accolta dalla quattordicenne serena e soddisfatta per aver medicato, fasciato e sistemato l’orecchio del cane nanetto che da Maltese bianco sembrava esser diventato come la Pimpa…vuole fare la veterinaria, lo dice da dieci anni, ma non può cominciare a fare pratica procurandosi i pazienti a tutti i costi…presa dalla frenesia dell’orario e dalla stanchezza, ho soprasseduto e ho cominciato a sfare la spesa, avendo dei cedimenti di memoria e di parola per la mancanza perenne di sonno, per i miei digiuni quotidiani, per le energie ormai esaurite e la piccoletta se ne è accorta, ha capito che ero stanca ma continuavo a prendermi cura di lei, di loro, così mi ha chiesto di sedermi, di mettermi a fare qualcosa che mi rilassasse perché lei avrebbe pensato a preparare la cena e la sorella a farle da aiutante di sala e di cucina…ecco quello che ripaga della stanchezza, dei sacrifici, del dover fare più di quello che potrei fare. Meravigliose ( a parte il mandarsi a quel paese continuamente…).
Stamani alle tre è suonato l’allarme, come al solito mi sono precipitata a staccarlo, ho fatto il solito giro per la casa armata esclusivamente di cane già insanguinato e altro cane, dall’aspetto più feroce ( ma solo l’aspetto), che, spaventata dall’allarme, camminava dietro di me, terrorizzata. Non sono più riuscita a dormire, mi sono fatta un caffè e ho preso coraggio per mandare una mail di risposta a chi ancora mi chiede di sacrificare la mia vita in nome di un fittizio mio benessere ma di un reale suo tornaconto, finalmente ho avuto il coraggio di difendere i miei diritti, di dire NO, quel no che dovevo dire tanti e tanti anni fa…
La giornata è proseguita come sempre, con i mille impegni, le mille corse in macchina, gli appuntamenti quasi accavallati, le forze mancanti, il sonno arretrato, ma questa sono io, chi non si accorge di come sono può anche rimanere fuori dalla mia tana a fare i cecchino…prima o poi imparerò a schivare anche le pallottole!
Chi la fa l’aspetti…e chi non ci riesce  posso aiutarlo a mandarlo a farla…


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