martedì 11 aprile 2017

GIORNO 163

Martedì
E’ stata una settimana impegnativa, strana, un po’ buona e un po’ no, un po’ di lacrime e un po’ di sorrisi, come al solito i troppi pensieri mi hanno affollato la mente e, anche loro, hanno sortito effetti sia negativi che positivi, insomma, sono ancora sull’altalena, ancora appesa e sospesa, ancora in balia di stati d’animo contrastanti provocati dalla mia incapacità di proteggere me stessa.
L’insonnia si sta facendo sempre più pesante, non riesco ad andare oltre le due ore di sonno per notte, sono tornati gli incubi anche se, questa volta, non hanno per protagonisti i due amanti diabolici, ma solo la mia paura di affrontare ogni giorno che nasce; infatti, se da un lato mi convinco di essere forte e di potercela fare a uscire dal mio incubo chiamato vita, come ho sempre fatto in questa mia vita, inconsciamente i miei sogni mi riportano alla verità, alla paura che tengo nascosta ben bene, mi ricordano che non ci sarà mai la parola fine alle mie sofferenze, quindi, nei miei incubi, mi ritrovo terrorizzata ad affrontare da sola altri insormontabili problemi, a vivere delusioni troppo forti per non lasciarmi dei segni anche quando mi sveglio.
Ho ricominciato a non toccare cibo, non vado oltre la colazione, il mio stomaco rifiuta i pasti principali, come se fossero nocivi e, quando mi sforzo di non ascoltarlo, subito dopo mi fa capire che aveva ragione e mi viene un’irrefrenabile smania di liberarmi al più presto del veleno che gli ho immesso.
All’apparenza sembro rinata, come sempre quello che appare non è mai quello che è…
In molti mi dicono che sto proprio bene, che ho trovato la pettinatura giusta per me, che sembro più radiosa, che il mio viso appare rilassato e sereno, si accorgono del mio notevole dimagrimento e pensano che finalmente mi sono messa a dieta, invece non sto bene, non sono né rilassata né serena, i miei capelli non vedono un parrucchiere da prima di Natale,  e le mie abitudini alimentari stanno diventando un disastro. Però sorrido, come ho sempre fatto, ho questa strana abitudine di sorridere al prossimo, non per nascondere la verità e vestirmi di apparenza ( atteggiamento che proprio non sopporto nemmeno negli altri), ma per evitare di appesantire gli altri con i miei problemi, per cercare di mettere sempre il mio interlocutore a proprio agio e un sorriso fa miracoli, almeno su di me li fa, quindi perché lesinarne l’uso?
Il mio dimagrimento è sia un aspetto positivo che negativo: positivo perché era una cosa che aspettavo da una vita e per cui ho sempre fatto mille sacrifici ma senza risultati, negativo per il modo in cui è arrivato e per la delusione di non aver pensato prima a una cosa fondamentale…
Negli anni ho sempre messo da parte l’abbigliamento che mi piaceva da morire ma in cui stavo scomoda, ogni tanto ho fatto anche qualche acquisto sbagliato e mi ritrovavo a dover decidere se riportare indietro il capo d’abbigliamento che tanto mi piaceva o se usarlo come incentivo a buttar giù tutto il superfluo che avevo addosso, ovviamente, speranzosa, optavo per la seconda alternativa; in questi giorni, approfittando del cambio di stagione, ho tirato fuori i miei “cimeli” e la gioia di provarmeli e sentirmeli fin troppo larghi si è spenta quando, davanti allo specchio, ho visto che erano davvero fuori moda, un po’ ridicoli e che alcuni, come i pantaloni, mi stavano davvero male perché troppo bracaloni. Ho conservato qualcosa che, alla fine, non mi può servire più o non mi piace proprio più…l’ho fatto solo con l’abbigliamento? Lo sto facendo anche con la mia vita? A cosa serve mettere da parte qualcosa per un futuro incerto e che, seppur bello, non sarà mai come lo avevamo immaginato?
A cosa serve aspettare il momento giusto senza avere la certezza che arriverà il momento giusto? Perché passare la vita ad aspettare? Non ci bastano le lunghe e snervanti attese quotidiane che facciamo in uffici, per strada, nei negozi, al telefono…? Siamo davvero così masochisti che pensiamo che il piacere vero sia l’attesa di qualcosa anche se consapevoli che quel qualcosa potrebbe non arrivare mai? Siamo proprio strani, l’essere umano è ancora poco comprensibile nei suoi atteggiamenti, l’unico comportamento universalmente certo e comprensibile è che ci piace davvero tanto complicarci la vita…a volte anche quella altrui!
Io me la complico facendomi troppe domande, facendomi troppe illusioni, fidandomi troppo di ciò che appare buono e buono invece non è. Sbagliando si impara, ma io sono davvero una ripetente impenitente nelle lezioni di vita, continuo a bocciarmi da sola e a non imparare mai.
Anche sabato mattina, ho dato il via all’errore in cui casco sempre;  sono stata sorpresa dalla sua improvvisa apparizione ( sempre casuale, a detta sua…) mentre stavo per gratificarmi con l’unico pasto che concedo a me stessa: la colazione al bar. Mi fa piacere? Si e no. All’inizio ho creduto che volesse finire il discorso iniziato telefonicamente la sera prima: nel pomeriggio ero stata contattata dal mio avvocato che chiedeva a che punto fossimo con gli accordi sulla gestione delle bimbe, se avevamo parlato loro come avevamo promesso di fare, insomma, se eravamo pronti per arrivare alla firma, quando ho fatto le stesse domande a lui mi ha risposto con un “Ne possiamo parlare domani?”. Invece niente, io, per non passare come la solita rompiballe, non ho iniziato il discorso sperando che lo facesse lui, e lui sembrava preso solo dall’ammirare se stesso, dal constatare quanto gli stessero bene i pantaloni che aveva indossato quel giorno. A me non sta bene un fico secco e spesso mi vergogno di indossare roba ormai sdrucita e consumata, ma è un problema mio. Quando è andato via si è chinato per abbracciarmi, mi ha dato un bacio sulla fronte e mi ha detto “Fai la brava, ciccia…”
I pensieri di una donna che pensa fin troppo sono deleteri e hanno continuato ad autoalimentarsi a causa di un insolito e inaspettato atteggiamento sereno e giocoso (  era l’abitudine, la quotidiana normalità,  fino a che non ha trovato la sua ammaliatrice di serpenti…)che ha avuto nel pomeriggio, quando è passato per stare con le bimbe e ha approfittato per fare un po’ d’erba in giardino. Ma ancora niente accenno al discorso interrotto venerdì e ho pensato, da donna ancora zerbino e troppo buona, che fosse un argomento doloroso per lui, che l’idea della separazione sempre più vicina lo facesse star male, forse aveva paura di perdere qualcosa a cui ancora teneva? Quindi non ho infierito, mi sono immersa nei miei lavori di rassetto primaverile e, alle cinque, i pensieri erano talmente insistenti che sono dovuta correre in bagno a vomitare l’insalata che avevo osato mangiare a pranzo.
Ho pensato troppo, ma come non farsi venire dubbi e domande?
Domenica mattina mi sono svegliata ancora troppo presto, non riuscivo a star bene con me stessa, così, visto che a quattr’occhi non riesco mai a dire niente per paura di essere interrotta, ancor prima di cominciare, da chi presume di sapere già quello che dirò e di non volerlo ascoltare, gli ho mandato questa mail:
Ci sono giorni in cui sto bene nel sapermi sola, nella consapevolezza di non essere amata, altri in cui l'essere sola mi provoca dolore. Non so cosa mi stia succedendo, sto diventando una contraddizione vivente...ci sono sere che, quando vado a dormire, il tuo posto vuoto mi lascia indifferente, come se vuoto lo fosse sempre stato, altre sere invece cerco di girarmi subito dall'altra parte e di chiudere gli occhi per non vedere il vuoto che hai lasciato accanto e dentro di me. Anche stamani è stato un pò così...pensavo di essermi abituata, invece la mia abitudine va a giorni alterni.
Ci sono giorni in cui non entri nei miei pensieri, ne rimani fuori senza faticare, riesco a eliminarti dal mio passato, dal mio presente e dal mio futuro, altri invece in cui ho ancora mille domande in attesa di risposta che mi affollano la mente, domande che riguardano il passato, il presente e il futuro.
So bene che le risposte non arriveranno mai, ormai l'unica cosa che ho imparato in questi ultimi mesi è che non dici mai quello che pensi e non pensi mai quello che dici, ho imparato la diffidenza, una volta a me estranea, quindi non riesco più nemmeno a interpretare i tuoi atteggiamenti e messaggi criptici e silenziosi.
Ci sono giorni in cui vorrei sapere se anche tu stai così, un pò bene e un pò male, se anche tu hai momenti in cui, inconsapevolmente, mi cerchi nel sonno...ogni tanto mi succede, allungo la mano per cercarti e non ci sei. Giorni alterni, giorni buoni e giorni no, momenti in cui sento la mancanza delle tue mani che mi cercano, delle tue labbra sul mio corpo e momenti in cui questi pensieri mi disgustano perchè mi ricordano che le tue mani hanno cercato altro, senza provare un pò di schifo per te stesso nel sapermi ignara e sempre fiduciosa delle tue azioni e della tua onestà. Chissà se anche a te manca il non baciarmi, il non avermi lì per cercarmi, oppure sei sazio e satollo al punto che quello che era nostro non fa più parte dei tuoi ricordi o, peggio, se ci pensi sei contento della tua scelta.
Chissà cosa passa nella tua testa, se ci sono ancora bugie da scoprire, se finalmente sei sereno e hai trovato quello che cercavi, non lo saprò mai, quindi la mia curiosità rimarrà sempre sospesa, come sospesa mi hai lasciata tu.
Tirami giù, non tenermi più così, sii brutale ma sincero, anche con te stesso, comincia a dire quello che pensi e a pensare quello che dici.
Perchè, come dici, sei casualmente passato dal bar in cui sai che vado a fare colazione? Pura casualità? Solo per avere compagnia nel prendere un caffè? Per controllare quello che faccio o perchè ti manco? Ti mancherò mai come donna e non come amica? Arriverai mai a pensare e capire quanto male mi hai fatto? Ti mancheranno i miei difetti?
Ormai davanti a noi ci aspetta solo un foglio da firmare, dopodiché non avrò nemmeno più il diritto di farmi tutte queste domande che rimarranno così a vita senza risposta.
Stamani va così...un pò nostalgica e un pò triste, un pò bene e un pò male, un pò mi sto abituando e un pò no...e a te come va? Riuscirai a dirmelo prima del divorzio?
Come al solito non ho avuto nessuna risposta, nessun cenno nemmeno al fatto di aver letto e recepito, così, quando la domenica pomeriggio è tornato per prendere la piccoletta, notando che aveva mantenuto il solito atteggiamento sereno del giorno prima, gli ho chiesto se potesse dare una risposta alle mie domande…
“Quando l’avrò te lo dirò”
è pur sempre una risposta? Mi è bastata per darmi dell’idiota da sola e sentirmi, ancora una volta, stupida, molto stupida.
Ieri mattina l’ho dovuto accompagnare a prendere la sua macchina e ho preso coraggio per chiedergli di affrontare il famoso discorso separazione, voleva aspettare? Cosa voleva fare?
Certo che vuole la separazione, ma vorrebbe aspettare solo per una questione economica, solo per un problema di costi e priorità impellenti che, in questo momento, lo costringono a rimandare. Tutto qua. Nessun dispiacere, nessun ripensamento, solita espressione serena, nessun dolore…
Arrivati a destinazione mi ha ringraziata per il passaggio e mi ha salutata dicendomi: "Devi dormire di più, hai delle occhiaie terribili."
Stamani mi sono alzata alle quattro, ma ero sveglia dall’una, avevo bisogno di calore umano, di sentirmi al sicuro, protetta, ma non ho nessuno che possa farlo, mi sono infilata sotto la doccia, per avere addosso quel calore che mi manca, per cercare di sciogliere le mie vene ancora raggelate e mi sono accorta che anche le lacrime che scendevano copiose erano più fredde dell’acqua che mi batteva sulla testa…
C’è ancora troppo inverno dentro di me, non è tempo di primavera…





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