Martedì
E’ stata
una settimana impegnativa, strana, un po’ buona e un po’ no, un po’ di lacrime
e un po’ di sorrisi, come al solito i troppi pensieri mi hanno affollato la
mente e, anche loro, hanno sortito effetti sia negativi che positivi, insomma,
sono ancora sull’altalena, ancora appesa e sospesa, ancora in balia di stati
d’animo contrastanti provocati dalla mia incapacità di proteggere me stessa.
L’insonnia
si sta facendo sempre più pesante, non riesco ad andare oltre le due ore di
sonno per notte, sono tornati gli incubi anche se, questa volta, non hanno per
protagonisti i due amanti diabolici, ma solo la mia paura di affrontare ogni
giorno che nasce; infatti, se da un lato mi convinco di essere forte e di
potercela fare a uscire dal mio incubo chiamato vita, come ho sempre fatto in
questa mia vita, inconsciamente i miei sogni mi riportano alla verità, alla
paura che tengo nascosta ben bene, mi ricordano che non ci sarà mai la parola
fine alle mie sofferenze, quindi, nei miei incubi, mi ritrovo terrorizzata ad
affrontare da sola altri insormontabili problemi, a vivere delusioni troppo
forti per non lasciarmi dei segni anche quando mi sveglio.
Ho
ricominciato a non toccare cibo, non vado oltre la colazione, il mio stomaco
rifiuta i pasti principali, come se fossero nocivi e, quando mi sforzo di non
ascoltarlo, subito dopo mi fa capire che aveva ragione e mi viene
un’irrefrenabile smania di liberarmi al più presto del veleno che gli ho
immesso.
All’apparenza
sembro rinata, come sempre quello che appare non è mai quello che è…
In molti
mi dicono che sto proprio bene, che ho trovato la pettinatura giusta per me, che
sembro più radiosa, che il mio viso appare rilassato e sereno, si accorgono del
mio notevole dimagrimento e pensano che finalmente mi sono messa a dieta,
invece non sto bene, non sono né rilassata né serena, i miei capelli non vedono
un parrucchiere da prima di Natale, e le
mie abitudini alimentari stanno diventando un disastro. Però sorrido, come ho
sempre fatto, ho questa strana abitudine di sorridere al prossimo, non per
nascondere la verità e vestirmi di apparenza ( atteggiamento che proprio non
sopporto nemmeno negli altri), ma per evitare di appesantire gli altri con i
miei problemi, per cercare di mettere sempre il mio interlocutore a proprio
agio e un sorriso fa miracoli, almeno su di me li fa, quindi perché lesinarne
l’uso?
Il mio
dimagrimento è sia un aspetto positivo che negativo: positivo perché era una
cosa che aspettavo da una vita e per cui ho sempre fatto mille sacrifici ma
senza risultati, negativo per il modo in cui è arrivato e per la delusione di
non aver pensato prima a una cosa fondamentale…
Negli anni
ho sempre messo da parte l’abbigliamento che mi piaceva da morire ma in cui
stavo scomoda, ogni tanto ho fatto anche qualche acquisto sbagliato e mi
ritrovavo a dover decidere se riportare indietro il capo d’abbigliamento che
tanto mi piaceva o se usarlo come incentivo a buttar giù tutto il superfluo che
avevo addosso, ovviamente, speranzosa, optavo per la seconda alternativa; in
questi giorni, approfittando del cambio di stagione, ho tirato fuori i miei
“cimeli” e la gioia di provarmeli e sentirmeli fin troppo larghi si è spenta
quando, davanti allo specchio, ho visto che erano davvero fuori moda, un po’
ridicoli e che alcuni, come i pantaloni, mi stavano davvero male perché troppo
bracaloni. Ho conservato qualcosa che, alla fine, non mi può servire più o non
mi piace proprio più…l’ho fatto solo con l’abbigliamento? Lo sto facendo anche
con la mia vita? A cosa serve mettere da parte qualcosa per un futuro incerto e
che, seppur bello, non sarà mai come lo avevamo immaginato?
A cosa
serve aspettare il momento giusto senza avere la certezza che arriverà il
momento giusto? Perché passare la vita ad aspettare? Non ci bastano le lunghe e
snervanti attese quotidiane che facciamo in uffici, per strada, nei negozi, al
telefono…? Siamo davvero così masochisti che pensiamo che il piacere vero sia
l’attesa di qualcosa anche se consapevoli che quel qualcosa potrebbe non
arrivare mai? Siamo proprio strani, l’essere umano è ancora poco comprensibile
nei suoi atteggiamenti, l’unico comportamento universalmente certo e
comprensibile è che ci piace davvero tanto complicarci la vita…a volte anche
quella altrui!
Io me la
complico facendomi troppe domande, facendomi troppe illusioni, fidandomi troppo
di ciò che appare buono e buono invece non è. Sbagliando si impara, ma io sono
davvero una ripetente impenitente nelle lezioni di vita, continuo a bocciarmi
da sola e a non imparare mai.
Anche
sabato mattina, ho dato il via all’errore in cui casco sempre; sono stata sorpresa dalla sua improvvisa
apparizione ( sempre casuale, a detta sua…) mentre stavo per gratificarmi con
l’unico pasto che concedo a me stessa: la colazione al bar. Mi fa piacere? Si e
no. All’inizio ho creduto che volesse finire il discorso iniziato
telefonicamente la sera prima: nel pomeriggio ero stata contattata dal mio
avvocato che chiedeva a che punto fossimo con gli accordi sulla gestione delle
bimbe, se avevamo parlato loro come avevamo promesso di fare, insomma, se
eravamo pronti per arrivare alla firma, quando ho fatto le stesse domande a lui
mi ha risposto con un “Ne possiamo parlare domani?”. Invece niente, io, per non
passare come la solita rompiballe, non ho iniziato il discorso sperando che lo
facesse lui, e lui sembrava preso solo dall’ammirare se stesso, dal constatare
quanto gli stessero bene i pantaloni che aveva indossato quel giorno. A me non
sta bene un fico secco e spesso mi vergogno di indossare roba ormai sdrucita e
consumata, ma è un problema mio. Quando è andato via si è chinato per
abbracciarmi, mi ha dato un bacio sulla fronte e mi ha detto “Fai la brava,
ciccia…”
I pensieri
di una donna che pensa fin troppo sono deleteri e hanno continuato ad
autoalimentarsi a causa di un insolito e inaspettato atteggiamento sereno e
giocoso ( era l’abitudine, la quotidiana
normalità, fino a che non ha trovato la
sua ammaliatrice di serpenti…)che ha avuto nel pomeriggio, quando è passato per
stare con le bimbe e ha approfittato per fare un po’ d’erba in giardino. Ma
ancora niente accenno al discorso interrotto venerdì e ho pensato, da donna
ancora zerbino e troppo buona, che fosse un argomento doloroso per lui, che
l’idea della separazione sempre più vicina lo facesse star male, forse aveva
paura di perdere qualcosa a cui ancora teneva? Quindi non ho infierito, mi sono
immersa nei miei lavori di rassetto primaverile e, alle cinque, i pensieri
erano talmente insistenti che sono dovuta correre in bagno a vomitare
l’insalata che avevo osato mangiare a pranzo.
Ho pensato
troppo, ma come non farsi venire dubbi e domande?
Domenica
mattina mi sono svegliata ancora troppo presto, non riuscivo a star bene con me
stessa, così, visto che a quattr’occhi non riesco mai a dire niente per paura
di essere interrotta, ancor prima di cominciare, da chi presume di sapere già
quello che dirò e di non volerlo ascoltare, gli ho mandato questa mail:
Ci sono giorni in cui sto
bene nel sapermi sola, nella consapevolezza di non essere amata, altri in cui
l'essere sola mi provoca dolore. Non so cosa mi stia succedendo, sto diventando
una contraddizione vivente...ci sono sere che, quando vado a dormire, il tuo
posto vuoto mi lascia indifferente, come se vuoto lo fosse sempre stato, altre
sere invece cerco di girarmi subito dall'altra parte e di chiudere gli occhi
per non vedere il vuoto che hai lasciato accanto e dentro di me. Anche stamani
è stato un pò così...pensavo di essermi abituata, invece la mia abitudine va a
giorni alterni.
Ci sono giorni in cui non
entri nei miei pensieri, ne rimani fuori senza faticare, riesco a eliminarti
dal mio passato, dal mio presente e dal mio futuro, altri invece in cui ho
ancora mille domande in attesa di risposta che mi affollano la mente, domande
che riguardano il passato, il presente e il futuro.
So bene che le risposte
non arriveranno mai, ormai l'unica cosa che ho imparato in questi ultimi mesi è
che non dici mai quello che pensi e non pensi mai quello che dici, ho imparato
la diffidenza, una volta a me estranea, quindi non riesco più nemmeno a
interpretare i tuoi atteggiamenti e messaggi criptici e silenziosi.
Ci sono giorni in cui
vorrei sapere se anche tu stai così, un pò bene e un pò male, se anche tu hai
momenti in cui, inconsapevolmente, mi cerchi nel sonno...ogni tanto mi succede,
allungo la mano per cercarti e non ci sei. Giorni alterni, giorni buoni e
giorni no, momenti in cui sento la mancanza delle tue mani che mi cercano,
delle tue labbra sul mio corpo e momenti in cui questi pensieri mi disgustano
perchè mi ricordano che le tue mani hanno cercato altro, senza provare un pò di
schifo per te stesso nel sapermi ignara e sempre fiduciosa delle tue azioni e
della tua onestà. Chissà se anche a te manca il non baciarmi, il non avermi lì
per cercarmi, oppure sei sazio e satollo al punto che quello che era nostro non
fa più parte dei tuoi ricordi o, peggio, se ci pensi sei contento della tua
scelta.
Chissà cosa passa nella
tua testa, se ci sono ancora bugie da scoprire, se finalmente sei sereno e hai trovato
quello che cercavi, non lo saprò mai, quindi la mia curiosità rimarrà sempre
sospesa, come sospesa mi hai lasciata tu.
Tirami giù, non tenermi
più così, sii brutale ma sincero, anche con te stesso, comincia a dire quello
che pensi e a pensare quello che dici.
Perchè, come dici, sei
casualmente passato dal bar in cui sai che vado a fare colazione? Pura
casualità? Solo per avere compagnia nel prendere un caffè? Per controllare
quello che faccio o perchè ti manco? Ti mancherò mai come donna e non come amica?
Arriverai mai a pensare e capire quanto male mi hai fatto? Ti mancheranno i
miei difetti?
Ormai davanti a noi ci
aspetta solo un foglio da firmare, dopodiché non avrò nemmeno più il diritto di
farmi tutte queste domande che rimarranno così a vita senza risposta.
Stamani
va così...un pò nostalgica e un pò triste, un pò bene e un pò male, un pò mi
sto abituando e un pò no...e a te come va? Riuscirai a dirmelo prima del
divorzio?
Come al
solito non ho avuto nessuna risposta, nessun cenno nemmeno al fatto di aver
letto e recepito, così, quando la domenica pomeriggio è tornato per prendere la
piccoletta, notando che aveva mantenuto il solito atteggiamento sereno del
giorno prima, gli ho chiesto se potesse dare una risposta alle mie domande…
“Quando
l’avrò te lo dirò”
è pur
sempre una risposta? Mi è bastata per darmi dell’idiota da sola e sentirmi,
ancora una volta, stupida, molto stupida.
Ieri
mattina l’ho dovuto accompagnare a prendere la sua macchina e ho preso coraggio
per chiedergli di affrontare il famoso discorso separazione, voleva aspettare?
Cosa voleva fare?
Certo che
vuole la separazione, ma vorrebbe aspettare solo per una questione economica,
solo per un problema di costi e priorità impellenti che, in questo momento, lo
costringono a rimandare. Tutto qua. Nessun dispiacere, nessun ripensamento, solita
espressione serena, nessun dolore…
Arrivati a destinazione mi ha ringraziata per il passaggio e mi ha salutata dicendomi: "Devi dormire di più, hai delle occhiaie terribili."
Stamani mi
sono alzata alle quattro, ma ero sveglia dall’una, avevo bisogno di calore
umano, di sentirmi al sicuro, protetta, ma non ho nessuno che possa farlo, mi
sono infilata sotto la doccia, per avere addosso quel calore che mi manca, per
cercare di sciogliere le mie vene ancora raggelate e mi sono accorta che anche
le lacrime che scendevano copiose erano più fredde dell’acqua che mi batteva
sulla testa…
C’è ancora troppo inverno dentro di me, non è tempo di primavera…
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