martedì 14 marzo 2017

GIORNO 135

Martedì
Ancora niente lacrime, sto diventando più forte o solo brava a trattenerle?
Domenica un po’ le ho trattenute, sentivo che volevano esplodermi dagli occhi, ma ho tenuto duro; il motivo scatenante è stata la telefonata di una sua parente lontana, a cui sono molto affezionata, che voleva sapere come stavamo io e le bimbe perché, a detta sua, quando lo ha chiesto a lui la risposta gli è sembrata un po’ troppo surrealistica: davvero stavamo tutte bene e le bimbe non ne stanno soffrendo affatto? Non stiamo bene affatto, ognuna di noi ha il suo modo di esprimerlo, ma si vede chiaramente che siamo ancora lontane dallo star bene. Le lacrime volevano scendere quando mi ha detto che ancora non riesce a credere che ci stiamo separando, proprio noi che, per lei, eravamo una coppia affiatata, un modello da seguire per vivere fino alla fine insieme…lo credevo anche io, fino al momento esatto in cui mi ha detto di avere una relazione con un’altra, ero convinta che saremmo invecchiati insieme, mantenendo saldo il nostro legame, la nostra complicità e la nostra infinita voglia di giocare. Qualche lacrima di commozione ammetto di averla versata, soprattutto quando mi ha detto quanto mi vuole bene, che bella persona io sia, peccato la lontananza geografica…già peccato, andare a trovare lei e altri parenti era la nostra meta annuale per le vacanze estive, è sempre stato un piacere per me e per le bimbe passare qualche giorno in quei posti così silenziosi, quasi incantati, dove non si scorge il caos e la frenesia che invade l’estate del mio paese, dove non arriva l’odore del mare a ricordarti che è estate, ma quella del fieno appena tagliato, del sole che riscalda i prati umidi per la nottata, non arrivano i gabbiani a urlarti che è estate e che anche loro non ne possono più di tutte quelle persone ammassate sulla spiaggia e nel mare, ma arriva il canto del gallo all’alba e con lui si svegliano i rumori della vita quotidiana che ricomincia un altro giorno. Non faremo più le vacanze insieme, non siamo più una famiglia, come si fa a trattenere le lacrime pensando che non ci sarà più niente da fare insieme se non per burocrazia o per obbligo?
Sono preoccupata per la quattordicenne: continua a soffrire di insonnia, continua a mangiare sempre meno, a essere sempre più silenziosa ma mai meno arrabbiata con il padre. Non voglio che provi rabbia, non voglio che abbia un brutto rapporto con suo padre, anzi, vorrei che capisse che le vuole bene, anche se lo dimostra in un modo che a lei non piace, anche se commette errori, ma nessuno è perfetto…certo che lo sforzo lo dovrebbero fare entrambi, mentre mi sembra che nessuno dei due molli le proprie convinzioni per provare a fare un passo verso l’altro, nessuno dei due ammette di aver bisogno di aiuto per uscire da questo momento difficile, solo che una è adolescente, l’altro è adulto…

Non ha pensato alle conseguenze…non ha pensato ai sentimenti altrui…non ha pensato di essere anche padre oltre che marito…sono davvero curiosa di sapere quali siano stati i suoi pensieri…o che lo sforzo fisico richiesto dalle sue azioni gli abbia tolto l’uso cerebrale?

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