martedì 21 marzo 2017

GIORNO 142

Martedì
Sono a pezzi, questa volta però solo fisicamente!
Sono stata troppo buona nel fine settimana e ora mi merito una giusta punizione? Sabato piovoso, bimbe pigre, alle prese con compiti e preparazione di verifiche, ex marito che cerca di avere la loro compagnia e loro che non sembrano minimamente interessate, quindi esco io con lui con la scusa che avevo bisogno di comprare due cose al supermercato, in realtà mi dispiaceva saperlo solo…ma quanto sarò stupida? Il mio spirito da crocerossina impenitente è proseguito anche ieri: giorno della festa del papà. Ho cercato di chiedergli se aveva progetti per la giornata, ma non ne aveva, quindi l’ho invitato a pranzo in modo che lui e le figlie trascorressero questa giornata in armonia. Io ci provo a mantenere buoni rapporti tra me e lui, tra lui e loro, tra lui e la quattordicenne, ma la quattordicenne è ancora troppo arrabbiata e quella mattina, mentre si faceva una lunghissima doccia, la piccoletta stava fuori dalla porta del bagno a scrivere un bigliettino per lui, facendo buffi disegni e scrivendo una lista dei suoi pregi e dei suoi difetti che fosse equa ma anche ironica, chiedendo aiuto, consigli e suggerimenti alla sorella che, prontamente, riusciva a farle riempire solo la lista dei difetti. Non va bene, non va affatto bene…
Nonostante avessi una terribile emicrania, brividi di freddo e tosse, sono riuscita a preparare un bel pranzetto e a sforzarmi di non pensare troppo, come mio solito.
A tavola le bimbe erano nervose, poco tolleranti e molto critiche, una nei miei confronti e l’altra nei confronti del padre ( e per questo sono stata pure accusata di indottrinamento per fomentare gli scontri fra loro…), fortunatamente sono riuscita a convincerle che sarebbe stato divertente per loro andare con lui, dopo pranzo, alla fiera del paese in cui è tornato ad abitare ( ormai ho imparato che non devo avere certezze, quindi sarebbe meglio dire “dovrebbe essere tornato ad abitare”), avrebbero anche avuto l’opportunità di andare a salutare la nonna e gustare le sue rinomate frittelle che, ogni anno, per questo giorno, frigge a volontà.
Ammetto di essermi goduta la solitudine pomeridiana: quando non mi sento bene e posso permettermi di non avere niente da fare e nessuno a cui pensare, mi curo con la pigrizia,  è come prendere una medicina miracolosa. Ho dormicchiato, guardato un po’ di tv, letto un po’ di libro e dato una veloce occhiata al solito social network…mai guardarlo quando ci sono le feste comandate, è una regola fondamentale per vivere sereni che io, forse per la febbriciattola che stava salendo, ho scordato di seguire!
Per Natale fioccano auguri conditi in tutte le salse, nonché frasi di improvvisi attacchi di buonismo e altruismo, per capodanno arrivano i buoni propositi e gli auguri per un anno migliore, accompagnati da previsioni astrali che lasciano sempre ben sperare e danno modo di credere che la famosa botta di culo è dietro l’angolo, per S.Valentino arrivano mille cuoricini, cuoricioni, frasi smielate, canzoni dedicate, orsetti rosa in ogni dove, poi si passa alla festa della donna dove solo le donne pubblicano frasi storiche, auguri, motti, solo le donne condividono pensieri di altre donne, praticamente se le cantano e se le suonano visto che, in quel giorno, la popolazione maschile, abitante in quel social network, sparisce improvvisamente, come se ci fosse una disconnessione generale ma selezionata. Si va avanti con la Pasqua e i soliti auguri, soliti pulcini ballerini, fiocchettini colorati, tutorial per dipingere le uova, tutorial per addobbare altre uova, tutorial per nascondere bene le uova in giardino ( ma un bel tutorial su come smettere di fare i tutorial??), ma anche la lotta allo scempio di agnellini, al rispetto per chi viene sacrificato senza un senso ma solo per una stupida e inutile tradizione, insomma, tra “ ma quanto caldo fa?” in estate e il “E’ arrivato il freddo!” in inverno, è tutto un luogo comune in cui anche le feste come quella del papà e della mamma trovano una giusta collocazione che rende tutto piatto, superficiale, scontato e banale. Oggi è il primo giorno di primavera, sicuramente ci saranno infiniti post fiorellosi...Sono troppo cinica? Sarà la febbre? Però ancora non riesco a capire perché postare gli auguri per persone che non usano quel social network o che, purtroppo, non ci sono più: per dimostrare agli altri che amiamo i nostri genitori? Perché non lo dimostriamo direttamente a loro? E perché amarli pubblicamente post mortem? Non c’è giorno che non pensi a mia mamma, mentalmente parlo con lei quotidianamente, perché dovrei farlo anche pubblicamente?
Si, è la febbre che sta salendo!
Comunque anche la domenica è passata senza troppi danni.
Ieri mattina, stranamente, mi sono svegliata con il fastidioso suono della sveglia, era da un po’ che non mi succedeva, con una forte emicrania e con la sensazione di avere la febbre, ma avevo troppe cose da fare per provarmela, poi, averlo saputo cosa mi avrebbe cambiato? Gli impegni quotidiani non possono essere rimandati, quindi, anche se molto stordita, ho cominciato la giornata ingurgitando un caffè in piedi, cercando di trasformarmi in dea Kalì preparando la colazione alle bimbe, sfamando cani e gatti, sfacendo la lavastoviglie e urlando il solito “E’ tardi!!” ogni due minuti, come il bianconiglio di Alice.
Ogni tanto davo segnali di sfinimento cerebrale, ma fortunatamente le figlie hanno attribuito alla vecchiaia il fatto che cercassi di far uscire l’acqua dal dispenser del sapone e il sapone dal rubinetto, che mi sia caricata in macchina i sacchi della spazzatura, che erano già fuori dal cancello in attesa della raccolta differenziata, portandomeli dietro tutta la mattina, e che chiamassi entrambe con il nome dell’altra, ma ho retto bene. Sono riuscita ad accompagnarle a scuola senza sbagliarmi, ho fatto il genitore attento al colloquio con prof della quattordicenne, anche se cominciavo a sudare dalla febbre che si alzava ( penso che il prof abbia attribuito la causa della mia madida fronte all’imbarazzo per rispondere alla domanda “A casa va tutto bene? La ragazza sembra molto seria e più chiusa del solito”… non che non va tutto bene, stiamo andando a rotoli, ma ce ne stiamo facendo una ragione…), mi sono armata di pazienza anche per fare la spesa, nonostante avessi brividi di freddo, una tosse incontenibile e fossi sudata fradicia; sono riuscita pure a tornare a casa, sfare la spesa, rassettare col telefono in mano per parlare con il mio medico che, appena mi ha sentita, ha preteso di sapere la mia temperatura e, al mio annuncio di un bel 38,5, mi ha ricordato che io ho dei problemi di salute per i quali non posso permettermi febbre e tosse, così mi ha convinta a passare da lei…ma prima dovevo ancora finire di rassettare, dovevo andare a un altro colloquio con prof, questa volta della piccoletta, e avevo pure dato appuntamento per un caffè veloce alla mia amica storica, presente in zona solo per 24 ore…Sono riuscita a fare tutto, nonostante l’incessante sudarella, ho affrontato brillantemente un altro colloquio scolastico, ho dedicato il tempo alla mia amica invitandola, invece che in un bar, a condividere il tempo rimastomi nella sala d’attesa del medico, mi sono fatta auscultare e prescrivere medicinali che potrebbero bastare per un intero reparto di pneumologia, ho raccattato figlia piccoletta da scuola, sono corsa a raccattare figlia quattordicenne e protestante e le ho portate a casa per sfamarle…il pranzo!!! Mi ero dimenticata di preparare il pranzo, ma ho fatto la madre disinvolta dicendo loro che, visto che si erano comportate bene e che i prof con cui avevo parlato mi avevano parlato molto bene di entrambe, gli avrei permesso di mangiare le schifezze che trovavano in frigo, così ho reso contente loro e ho dato tempo a me di svenire sul divano in attesa della ragazza a cui do lezioni di matematica.
Dopo due ore di esercizi sui prodotti notevoli ero notevolmente provata e sempre più febbricitante, fortunatamente l’amica storica della mattina, avendo notato il mio malessere, si è presentata con la cena pronta, un sacchetto pieno di medicine che io non avevo fatto in tempo ad acquistare, una massiccia dose di pazienza e una bottiglia di birra. Ha preso le redini in mano e ha gestito casa e figlie in maniera impeccabile, le ha fatte apparecchiare, chiacchierare a tavola, sparecchiare, ha sgamato la piccoletta davanti alla tv invece di finire la ricerca di musica, ha sistemato la cucina, pure pulito il cane rognoso e nutrito il gatto sciancato, poi, dopo essersi provata dei vestiti che avevo tenuto da parte, con la stessa confidenza che avevamo a 15 anni ( cambiarci, vestirci, farci vedere in mutande rientrava nella normalità della nostra amicizia e in 32 anni non è cambiato proprio niente, se non l’allungamento della distanza che separa le nostre abitazioni), si è messa sul divano accanto a me, a chiacchierare, a ridere, a scherzare, a farmi stare bene sentendomi amata. Quando ha visto che ero stracotta ha ordinato alle bimbe di cominciare a prepararsi per andare a letto, chiedendogli di lasciarmi tranquilla e farmi riposare in pace, e se ne è andata, come Mary Poppins, lasciando dietro di se la scia di benessere che aveva creato.
Ho davvero delle amiche speciali, continuiamo ad avere dei forti legami anche se gli anni sono passati, la vita ci ha fatto imboccare strade diverse e i troppi chilometri si sono messi tra di noi, rimaniamo sempre legate, e, in questo momento, il loro affetto è quello che mi sta aiutando a uscire dall’incubo, sono più di una famiglia, stanno facendo quello che non ho mai avuto dalla famiglia, senza fare domande, senza chiedere, senza giudicare o dare consigli non richiesti, senza obbligarmi a essere diversa da quello che sono.
Ho perso il suo amore ma ho sempre l’affetto incondizionato di amiche speciali, già questo può essere sufficiente a farmi alzare la testa e ad asciugarmi le lacrime.
Ho il diritto di dare e ricevere amore incondizionato


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