Martedì
Sono a
pezzi, questa volta però solo fisicamente!
Sono stata
troppo buona nel fine settimana e ora mi merito una giusta punizione? Sabato
piovoso, bimbe pigre, alle prese con compiti e preparazione di verifiche, ex
marito che cerca di avere la loro compagnia e loro che non sembrano minimamente
interessate, quindi esco io con lui con la scusa che avevo bisogno di comprare
due cose al supermercato, in realtà mi dispiaceva saperlo solo…ma quanto sarò
stupida? Il mio spirito da crocerossina impenitente è proseguito anche ieri:
giorno della festa del papà. Ho cercato di chiedergli se aveva progetti per la
giornata, ma non ne aveva, quindi l’ho invitato a pranzo in modo che lui e le
figlie trascorressero questa giornata in armonia. Io ci provo a mantenere buoni
rapporti tra me e lui, tra lui e loro, tra lui e la quattordicenne, ma la
quattordicenne è ancora troppo arrabbiata e quella mattina, mentre si faceva
una lunghissima doccia, la piccoletta stava fuori dalla porta del bagno a
scrivere un bigliettino per lui, facendo buffi disegni e scrivendo una lista
dei suoi pregi e dei suoi difetti che fosse equa ma anche ironica, chiedendo
aiuto, consigli e suggerimenti alla sorella che, prontamente, riusciva a farle
riempire solo la lista dei difetti. Non va bene, non va affatto bene…
Nonostante
avessi una terribile emicrania, brividi di freddo e tosse, sono riuscita a
preparare un bel pranzetto e a sforzarmi di non pensare troppo, come mio
solito.
A tavola
le bimbe erano nervose, poco tolleranti e molto critiche, una nei miei
confronti e l’altra nei confronti del padre ( e per questo sono stata pure
accusata di indottrinamento per fomentare gli scontri fra loro…),
fortunatamente sono riuscita a convincerle che sarebbe stato divertente per
loro andare con lui, dopo pranzo, alla fiera del paese in cui è tornato ad
abitare ( ormai ho imparato che non devo avere certezze, quindi sarebbe meglio
dire “dovrebbe essere tornato ad abitare”), avrebbero anche avuto l’opportunità
di andare a salutare la nonna e gustare le sue rinomate frittelle che, ogni
anno, per questo giorno, frigge a volontà.
Ammetto di
essermi goduta la solitudine pomeridiana: quando non mi sento bene e posso
permettermi di non avere niente da fare e nessuno a cui pensare, mi curo con la
pigrizia, è come prendere una medicina
miracolosa. Ho dormicchiato, guardato un po’ di tv, letto un po’ di libro e
dato una veloce occhiata al solito social network…mai guardarlo quando ci sono
le feste comandate, è una regola fondamentale per vivere sereni che io, forse
per la febbriciattola che stava salendo, ho scordato di seguire!
Per Natale
fioccano auguri conditi in tutte le salse, nonché frasi di improvvisi attacchi
di buonismo e altruismo, per capodanno arrivano i buoni propositi e gli auguri
per un anno migliore, accompagnati da previsioni astrali che lasciano sempre
ben sperare e danno modo di credere che la famosa botta di culo è dietro
l’angolo, per S.Valentino arrivano mille cuoricini, cuoricioni, frasi smielate,
canzoni dedicate, orsetti rosa in ogni dove, poi si passa alla festa della
donna dove solo le donne pubblicano frasi storiche, auguri, motti, solo le
donne condividono pensieri di altre donne, praticamente se le cantano e se le
suonano visto che, in quel giorno, la popolazione maschile, abitante in quel
social network, sparisce improvvisamente, come se ci fosse una disconnessione
generale ma selezionata. Si va avanti con la Pasqua e i soliti auguri, soliti
pulcini ballerini, fiocchettini colorati, tutorial per dipingere le uova,
tutorial per addobbare altre uova, tutorial per nascondere bene le uova in
giardino ( ma un bel tutorial su come smettere di fare i tutorial??), ma anche
la lotta allo scempio di agnellini, al rispetto per chi viene sacrificato senza
un senso ma solo per una stupida e inutile tradizione, insomma, tra “ ma quanto
caldo fa?” in estate e il “E’ arrivato il freddo!” in inverno, è tutto un luogo
comune in cui anche le feste come quella del papà e della mamma trovano una
giusta collocazione che rende tutto piatto, superficiale, scontato e banale. Oggi è il primo giorno di primavera, sicuramente ci saranno infiniti post fiorellosi...Sono troppo cinica? Sarà la febbre? Però ancora non riesco a capire perché
postare gli auguri per persone che non usano quel social network o che,
purtroppo, non ci sono più: per dimostrare agli altri che amiamo i nostri
genitori? Perché non lo dimostriamo direttamente a loro? E perché amarli
pubblicamente post mortem? Non c’è giorno che non pensi a mia mamma,
mentalmente parlo con lei quotidianamente, perché dovrei farlo anche
pubblicamente?
Si, è la
febbre che sta salendo!
Comunque
anche la domenica è passata senza troppi danni.
Ieri
mattina, stranamente, mi sono svegliata con il fastidioso suono della sveglia,
era da un po’ che non mi succedeva, con una forte emicrania e con la sensazione
di avere la febbre, ma avevo troppe cose da fare per provarmela, poi, averlo
saputo cosa mi avrebbe cambiato? Gli impegni quotidiani non possono essere
rimandati, quindi, anche se molto stordita, ho cominciato la giornata
ingurgitando un caffè in piedi, cercando di trasformarmi in dea Kalì preparando
la colazione alle bimbe, sfamando cani e gatti, sfacendo la lavastoviglie e
urlando il solito “E’ tardi!!” ogni due minuti, come il bianconiglio di Alice.
Ogni tanto
davo segnali di sfinimento cerebrale, ma fortunatamente le figlie hanno
attribuito alla vecchiaia il fatto che cercassi di far uscire l’acqua dal
dispenser del sapone e il sapone dal rubinetto, che mi sia caricata in macchina
i sacchi della spazzatura, che erano già fuori dal cancello in attesa della
raccolta differenziata, portandomeli dietro tutta la mattina, e che chiamassi
entrambe con il nome dell’altra, ma ho retto bene. Sono riuscita ad
accompagnarle a scuola senza sbagliarmi, ho fatto il genitore attento al
colloquio con prof della quattordicenne, anche se cominciavo a sudare dalla
febbre che si alzava ( penso che il prof abbia attribuito la causa della mia
madida fronte all’imbarazzo per rispondere alla domanda “A casa va tutto bene?
La ragazza sembra molto seria e più chiusa del solito”… non che non va tutto
bene, stiamo andando a rotoli, ma ce ne stiamo facendo una ragione…), mi sono
armata di pazienza anche per fare la spesa, nonostante avessi brividi di
freddo, una tosse incontenibile e fossi sudata fradicia; sono riuscita pure a
tornare a casa, sfare la spesa, rassettare col telefono in mano per parlare con
il mio medico che, appena mi ha sentita, ha preteso di sapere la mia
temperatura e, al mio annuncio di un bel 38,5, mi ha ricordato che io ho dei
problemi di salute per i quali non posso permettermi febbre e tosse, così mi ha
convinta a passare da lei…ma prima dovevo ancora finire di rassettare, dovevo
andare a un altro colloquio con prof, questa volta della piccoletta, e avevo
pure dato appuntamento per un caffè veloce alla mia amica storica, presente in
zona solo per 24 ore…Sono riuscita a fare tutto, nonostante l’incessante
sudarella, ho affrontato brillantemente un altro colloquio scolastico, ho
dedicato il tempo alla mia amica invitandola, invece che in un bar, a
condividere il tempo rimastomi nella sala d’attesa del medico, mi sono fatta
auscultare e prescrivere medicinali che potrebbero bastare per un intero
reparto di pneumologia, ho raccattato figlia piccoletta da scuola, sono corsa a
raccattare figlia quattordicenne e protestante e le ho portate a casa per
sfamarle…il pranzo!!! Mi ero dimenticata di preparare il pranzo, ma ho fatto la
madre disinvolta dicendo loro che, visto che si erano comportate bene e che i
prof con cui avevo parlato mi avevano parlato molto bene di entrambe, gli avrei
permesso di mangiare le schifezze che trovavano in frigo, così ho reso contente
loro e ho dato tempo a me di svenire sul divano in attesa della ragazza a cui
do lezioni di matematica.
Dopo due
ore di esercizi sui prodotti notevoli ero notevolmente provata e sempre più
febbricitante, fortunatamente l’amica storica della mattina, avendo notato il
mio malessere, si è presentata con la cena pronta, un sacchetto pieno di
medicine che io non avevo fatto in tempo ad acquistare, una massiccia dose di
pazienza e una bottiglia di birra. Ha preso le redini in mano e ha gestito casa
e figlie in maniera impeccabile, le ha fatte apparecchiare, chiacchierare a
tavola, sparecchiare, ha sgamato la piccoletta davanti alla tv invece di finire
la ricerca di musica, ha sistemato la cucina, pure pulito il cane rognoso e
nutrito il gatto sciancato, poi, dopo essersi provata dei vestiti che avevo
tenuto da parte, con la stessa confidenza che avevamo a 15 anni ( cambiarci,
vestirci, farci vedere in mutande rientrava nella normalità della nostra
amicizia e in 32 anni non è cambiato proprio niente, se non l’allungamento
della distanza che separa le nostre abitazioni), si è messa sul divano accanto
a me, a chiacchierare, a ridere, a scherzare, a farmi stare bene sentendomi
amata. Quando ha visto che ero stracotta ha ordinato alle bimbe di cominciare a
prepararsi per andare a letto, chiedendogli di lasciarmi tranquilla e farmi
riposare in pace, e se ne è andata, come Mary Poppins, lasciando dietro di se
la scia di benessere che aveva creato.
Ho davvero
delle amiche speciali, continuiamo ad avere dei forti legami anche se gli anni
sono passati, la vita ci ha fatto imboccare strade diverse e i troppi
chilometri si sono messi tra di noi, rimaniamo sempre legate, e, in questo
momento, il loro affetto è quello che mi sta aiutando a uscire dall’incubo,
sono più di una famiglia, stanno facendo quello che non ho mai avuto dalla
famiglia, senza fare domande, senza chiedere, senza giudicare o dare consigli
non richiesti, senza obbligarmi a essere diversa da quello che sono.
Ho perso
il suo amore ma ho sempre l’affetto incondizionato di amiche speciali, già
questo può essere sufficiente a farmi alzare la testa e ad asciugarmi le
lacrime.
Ho il diritto di dare e ricevere amore incondizionato
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