sabato 7 gennaio 2017

GIORNO 69

Sabato
Ieri la super giornata in famiglia è terminata come da copione. Non si può fingere e mentire per troppe ore consecutive, così è arrivato il momento in cui, un minimo di verità ( farla uscire tutta per lui sarebbe agire contro natura), è uscita fuori.
Io che mi sforzo di condividere una giornata con lui, per la felicità delle bimbe, mi sono pure sorbita le bellissime parole dette da chi insiste a giurare che vuole riconquistarmi…sono pure fortunata, chissà cosa mi avrebbe riservato se, invece, avesse voluto allontanarmi per sempre!
In pratica mi ha detto che non sente minimamente la mia mancanza nella sua nuova routine, nemmeno come scaldaletto nelle notti gelate, anzi, finalmente è felice perché ha le mutande stirate, le maglie di lana non infeltrite, le magliette più bianche e splendenti, trova la colazione pronta e, se si attarda di qualche minuto tra lo svegliarsi e l’apparire in cucina, sua mamma gli prepara un altro caffè, perché almeno lo trova bollente. Sta benone, ha messo su pure un po’ di pancia perché, al contrario di come impostavo io pranzo e cena, ha sempre primo e secondo a ogni pasto e mica robetta leggera, veri piatti da osteria!
Così è cominciata la lista delle cose che non so fare, dei campi in cui sono veramente negata, di chi è più brava in cosa, insomma, quello che ne è venuto fuori è che non sono capace a fare niente, non eccello in nessun campo, sono una vera donna incapace e piena di difetti, anzi, non in tutto sono incapace, c’è un unico ambito in cui mi ha messa senza rivali, ma è davvero squallido sentirsi dire certe cose solo perché  ha avuto l’opportunità di fare un paragone. In tutta la giornata dalla sua bocca non è uscita, spontaneamente, una parola buona per me, addirittura c’è stato un momento in cui mi sono avvicinata troppo per i suoi gusti e si è irritato non poco.
Stanotte non ho chiuso occhio, proprio grazie ai suoi complimenti, alle tre vagavo per casa con una lampada in mano per cercare di scoprire cosa causasse un corto circuito all’impianto elettrico e, nel frattempo, ho trovato il motivo del nostro corto circuito: lui mi assorbe troppa energia perché guasto, io non reggo l’alto voltaggio e stacco automaticamente le valvole, come un vero salvavita. Stamani ho avuto il coraggio di urlargli in faccia quello che ho sempre cercato di dirgli con gentilezza: mi fa schifo, tanto schifo, è arrivata la rabbia ma anche l’odio, non voglio più vederlo ne sentirlo e se vuole vedere o sentire le bimbe lo deve fare senza la mia presenza e senza che sia io a organizzare e a parargli il didietro.
Urlo liberatorio.
La giornata è proseguita nella massima serenità: sto proprio bene se sparisce per un po’ dalla mia vista e dalla mia testa, ho bisogno di dimenticarlo al più presto perché, altrimenti, torno a essere un fantoccio nelle sue mani, torno a farmi convincere che non sono degna di essere amata e rispettata, che mi merito le briciole che ogni tanto lascia cadere, che i miei mille difetti mi lasceranno sola per sempre, torno a odiare quella che sono perché il suo odio è talmente grande che esonda dentro di me.
Ho bisogno di prendere fiato, di riposarmi la testa, di spengere la luce e lasciare che il mondo continui a vivere anche senza di me:  vado in corto circuito per un po’ e non voglio che nessuno riattacchi le valvole!

Le illusioni e le speranze non nascono da sole, ma, per non partorirle,  si può fare in mondo che non vengano mai concepite.

2 commenti:

  1. finalmente la liberazione! Come un'araba fenice risorgerai, più forte e vincente di prima!

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  2. Scusami ma parli sempre della stessa cosa, vuoi allontanarlo ma, di fatto, non ci riesci e il tuo ex è ancora li a far soffrire te e le tue figlie. Basta con i discorsi, toglitelo dalle palle e rispediscilo definitivamente da sua mamma, ora basta !

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