domenica 1 gennaio 2017

GIORNO 63

Domenica
Ieri è stata una pessima giornata: sono stata malissimo, non riuscivo a smettere di piangere, pensavo troppo a questi ultimi due mesi, al dolore che ancora si accumula, all’indifferenza che mi circonda. Il pomeriggio le bimbe sono uscite con lui e hanno espresso il desiderio di passare una serata tranquilla, con noi, un film da guardare e niente musi lunghi.
Per loro farei qualsiasi cosa e così è stato.
Ho preparato la cena, ho dato alla tavola una parvenza di festa e sono andata a farmi la doccia, per lavare via i segni dell’autodistruzione che ultimamente sta facendo strage sul mio corpo.
Mentre mi asciugavo i capelli è entrato nel bagno, mi ha sorpreso alle spalle abbracciandomi e dicendomi che dovevo stare tranquilla, che tutto si sarebbe risolto, che tutto sarebbe tornato come prima, anche se il suo amore non poteva più essere quello dei vent’anni, che il nostro era ormai un amore maturo.
La serata è proseguita come da copione: cena, film che le bimbe avevano noleggiato, famiglia sul divano, gatti accoccolati e cani agitati per i rumori di botti e petardi che arrivavano da fuori. Mi sono addormentata, ma risvegliata per il brindisi della mezzanotte. Tutto normale, anche lo scambio di auguri fatto come farebbero due semplici conoscenti, troppo surreale. Mi veniva da vomitare.
Lui e la piccoletta sono usciti per fare due passi fino al centro del paese e, quando sono tornati, la famiglia era di nuovo sul divano, a commentare gli assurdi programmi televisivi che danno a notte fonda. Poi il silenzio: bimbe addormentate e lui crollato con loro. Fuori i rumori si facevano sempre più ovattati, il gelo aveva ricoperto di bianco ghiaccio strade e macchine e, viste le sue attuali condizioni precarie di salute, mi sono intenerita, l’ho svegliato dolcemente e gli ho detto che, vista l’ora e il freddo polare, poteva rimanere a dormire qui.
Stamattina mi sono svegliata abbastanza presto: lui era accanto a me che dormiva beato e io mi sentivo come se questi due mesi fossero stato solo un brutto sogno, come se nulla fosse successo veramente, come se fosse un giorno normale di un mese qualsiasi in un anno qualunque della mia vita.
La giornata è proseguita con lui che si è lamentato tutto il tempo per il fatto che, dormendo fuori, non aveva potuto assumere le sue medicine e quindi era bloccato dal dolore alla schiena, dalle sue ernie, dal suo stomaco in fiamme, dall’attacco di sciatica, e chi più ne abbia più ne metta, quindi i due passi fatti all’ora di pranzo sono stati minimi e doloranti. Alle quattro io e le bimbe eravamo finalmente a casa, da sole, a goderci l’ozio di un giorno che lascia sfasati, dentro e fuori.
Visto che la sua presenza non mi aveva stravolta come pensavo, gli ho detto che, forse, potevamo davvero lasciarci tutto alle spalle e riprovare a essere noi (come mi sta ripetendo da giorni), non sarebbe stato facile, potrebbe funzionare o portare alla chiusura definitiva ma, per saperlo, dovevamo provare, fare quest’ultimo salto nel buio.
La sua risposta:
“Poi se ne parla, in questo momento devo prendere le pasticche, la fiala, i probiotici…”
Ho promesso a me stessa che quest’anno sarebbe iniziato senza lacrime, basta piangere, devo sorridere e rendere la mia vita meno dolorosa cominciando a pensare a me. Io voglio vivere, non sono una ragazzina, lo so,  ma non mi sento nemmeno una vecchia rassegnata a vivere al rallentatore.  Improvvisamente ho visto la nostra differenza di età diventare sempre più grande, separandoci ancor di più…
Comincio da me: anno nuovo, vita nuova, via tutto ciò che è vecchio e non serve più, basta inutili soprammobili impolverati…
Nessuno invecchia semplicemente perché gli anni passano. Si invecchia quando si tradiscono i propri ideali.Gli anni possono far venire le rughe alla pelle, ma la rinuncia agli entusiasmi riempie di rughe l’anima. 


Nessun commento:

Posta un commento

I consigli,le opinioni e le critiche sono sempre ben accette, dite pure: