mercoledì 9 novembre 2016

GIORNO 10

Mercoledì
Ieri sera ero serena ma stanca, fisicamente e mentalmente stanca, avrei bisogno di un coma indotto per riuscire finalmente a riposare. Lui era silenzioso, assente, preso da altri pensieri, così ho deciso di chiudermi in camera per lasciarlo tranquillo e rimanere serena, lasciandolo con le bimbe. Sono crollata quasi subito, ma il benessere di un atteso sonno profondo è stato interrotto dopo poco, dalle grida delle due scimmie urlatrici che stavano litigando per l’esclusiva del bagno.
Ho fatto fatica a riprendere sonno, ho sonnecchiato, ma non dormito. Alle quattro e mezza ho deciso di alzarmi, sono scesa giù, ho aperto porte e finestre per fare entrare aria, fredda, ma aria da respirare. Ho pulito, nutrito gli animali e mi sono concessa una doccia lunghissima e rigenerante.
Quando si sono svegliate le bimbe ero già piena di energie e in preda alla voglia di muovermi e fare ancora. Di solito, sapendo che in 27 anni lui non è mai riuscito a svegliarsi solo col suono di un’assillante sveglia, in questi giorni, quando vedo che alle 6.30 non è ancora sceso, mando una figlia a svegliarlo, ma stamani non riusciva a farlo nemmeno lei, così mi sono fatta coraggio e sono andata io. Dormiva ancora profondamente, aveva un’espressione triste, non la solita che ha quando dorme e, nel vederlo così, in un caos di camera che non sistema, con  tutta la sua roba fuori, ancora nelle ceste che gli avevo preparato, dimostrando la sua indecisione nel restare, mi ha fatto tenerezza perché sembrava un ragazzino alle prese con le prime pene d’amore. L’ho svegliato dolcemente con un bacio e sono scesa a preparargli il caffè…l’istinto materno e protettivo verso chi soffre non riuscirò mai a perderlo, è più forte di me, è un altro grande mio difetto.
Stamattina ho preso un caffè con una mia amica, le amiche servono per distrarmi, ma non per darmi consigli: solo io so quello che voglio e solo io so cosa devo fare, nessuno può capire cosa c’è dietro a un rapporto di coppia durato così tanti anni, poi sono una testona che difficilmente dà retta all’ultimo che parla o si lascia convincere facilmente, posso discutere, ascoltare le idee altrui, ma, se convinta, rimango sulle mie decisioni. Anche questo è un difetto?
Non riesco a smettere di pensare, la testa mi scoppia. Oggi mi sono accorta che ho passato una vita a combattere con la paura ( e la certezza) di perdere le persone che amo, ma là fuori non c’è nessuno che ha paura di perdere me…non ho mai saputo essere una donna speciale, con qualcosa in più per cui amarla più di ogni altra cosa.
Oggi pomeriggio è venuta a trovarmi colei che reputo mia sorella elettiva; fra di noi c’è sempre stata un’amicizia forte e sappiamo leggerci negli occhi anche senza parlarci. Mi ha esortato a ricominciare a mangiare dicendomi che annientandomi fisicamente non risolvo nulla e chi ha deciso di andare andrà ugualmente; le ho detto di quanto io abbia sempre odiato il mio aspetto, le ho confessato che era da decenni che non mi guardavo più allo specchio per l’odio e il disgusto che provo per quello che vedo, che vorrei essere un’altra, vorrei essere bella o almeno normale, invece sono quel che sono, il mio cervello adesso mi sta impedendo di farmi male e rifiuta il cibo, ma, anche se dimagrirò, i connotati rimarranno quelli: per cambiare faccia dovrei strapparmela di dosso, e lo vorrei tanto. Lei ha cercato di convincermi che non è così, che stavo dicendo cazzate e che non devo minimamente pensare a me in questi termini, ma so quanto mi vuole bene, so quanto sente la mia sofferenza: quando piango lei piange con me.
Ci sono stati momenti, soprattutto all’inizio, in cui lui mi faceva sentire speciale, quasi bella, ed è la cosa più esaltante dell’innamoramento: guardare l’altro con gli occhi dell’amore e vederne una persona unica e speciale.
Devo accettare, imparare ad accettare, il presente, il futuro e me stessa.
Il più grande spettacolo eravamo noi…non sempre però lo spettacolo deve continuare

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