martedì 15 novembre 2016

GIORNO 16

Martedì
Ieri pomeriggio mi sono trovata davanti a una mail, partita in automatico, in cui mi si avvisava, come titolare del cloud dei telefoni di famiglia, che il telefono, dal numero e modello corrispondente a quello di lui, aveva disinstallato l’opzione “trova il mio i-phone”…in un altro momento non ci avrei nemmeno fatto caso, non mi sarei fatta domande, ma ieri mi si è annebbiata la vista dalle troppe lacrime che si stavano accumulando negli occhi e che avevo paura di far scendere di nuovo. L’ho chiamato per avere spiegazioni ma mi ha risposto, con voce fredda e imbarazzata, che in quel momento non poteva parlare e ha attaccato il telefono. Mi si è riempita la testa di pensieri, il dolore per l’ennesima bugia e voglia di continuare a non dire la verità, aumentava, ripensando anche che, solo poche ore prima, gli avevo dato l’ennesima opportunità, chiedendogli però di non farmi più male, di non tradire anche quel briciolo di fiducia che mi stavo sforzando di dargli.
Mi mancava l’aria, mi mancava il respiro, mi sono messa le cuffie collegate a un ipod a tutto volume: dovevo cancellare ogni tipo di pensiero, non dovevo più pensare, ma non ci sono riuscita. Rendendomi conto che non potevo più a trattenermi, alle sette e mezza sono uscita, ho tranquillizzato le bimbe dicendogli che sarei tornata presto, e sono andata via, proprio per non fare del male a loro.
La macchina andava da sola, io piangevo singhiozzando forte, non riuscivo a smettere, mi chiedevo cosa avessi fatto di male o di così terribile per essere odiata a tal punto da lui?
Perché continuava a tradire la mia fiducia e, soprattutto, a non rispettarmi come essere umano?
Rabbia, disperazione, confusione, ansia, voglia di risposte certe, voglia di verità, di vedere con i miei occhi, di toccare con mano, tutto questo mi ha portata sulla strada che portava nella città in cui abita lei. Intanto l’ho chiamato ( o ho risposto alla sua chiamata, non mi ricordo proprio) per urlargli contro tutto quello che avevo dentro, per liberarmi almeno da ciò che pensavo di lui; lui cercava di tranquillizzarmi, mi diceva che era stato tutto il tempo da un cliente e che aveva tolto quell’opzione perché, avendo la memoria piena, stava eliminando tutte le applicazioni inutili e che per lui quella era la più inutile perché, come dovrei ben sapere, odia essere controllato, non sopporta che qualcuno possa limitare la sua libertà…Io mi sono sempre comportata come una donna che comprende, non l’ho mai controllato, non ho mai preso in mano il suo telefono, non ho mai avuto bisogno di usare quell’applicazione per sapere dove fosse e cosa mi ero meritata come premio per tutta questa fiducia? Un bel tradimento servitomi con tutte le guarnizioni ad hoc.
La macchina continuava ad andare, io non ho indirizzi, so solo quello che lui, a grandi linee mi ha detto: fuori città, verso la periferia, appartamento…e io volevo vederla, incontrarla, capire se potesse ammaliare anche me con quella meraviglia di carattere che ha. Volevo trovare nei suoi occhi il motivo per cui io sono sparita in un soffio dal cuore di colui che, per 27 anni, mi giurava amore eterno. Volevo sapere, capire, soffrire con la consapevolezza che fosse per l’ultima volta.
A un certo punto mi sono resa conto che non sarei mai riuscita a trovare un ago in un pagliaio e mi sono rigirata, ma imboccando l’autostrada, perché avevo bisogno di andare veloce, volevo vedere se potevo calcare la mano al mio destino, se mi fossi fermata o se avessi oltrepassato il casello di uscita.
Mi sono fermata all’autogrill perché avevo bisogno di acqua, avevo pianto talmente tanto che ero disidratata. Ho preso l’acqua, mi sono fumata una sigaretta e gli ho scritto un messaggio dicendogli che, in questi giorni, non aveva fatto altro che sollecitare un mio cambiamento, rinfacciandomi che il suo allontanarsi dipendeva dal fatto che ero diventata diversa da quello che voleva, e adesso ero cambiata: non dormo più, non mangio più, vivo quotidianamente in preda all’ansia e alla paura, spero solo che adesso sia soddisfatto del mio cambiamento.
Mentre stavo per ripartire me lo sono ritrovato davanti: era riuscito a trovarmi grazie alle bimbe che, da casa, controllavano i miei movimenti sul tablet, usando proprio  quella dannata applicazione.
Mi ha convinta a uscire dall’autostrada, mi ha portata a bere qualcosa per parlare un po’, ma la mia testa era sempre più confusa e più mi diceva cose belle per tranquillizzarmi più  io pensavo solo a capire se stesse mentendo ancora o no.
Non posso vivere così, la mia fiducia ormai è andata, ma non sono io che devo sforzarmi a ridargliela, è lui che si deve impegnare a riaverla, ma, in questo momento, non lo vedo in grado di farcela, quindi non vedo luce in fondo a questo tunnel, solo ancora un grande buio pesto.
Sono tornata a casa, mi sono rimpinzata di patatine per far stare tranquille le bimbe e sono andata a letto sperando di svenire. Ho dormito, ma, come al solito, gli incubi affollavano il mio sonno e il cibo ingurgitato urlava nel mio stomaco. Alle quattro e mezza mi sono alzata: lui era ritornato a dormire con me, ma continuavo a sentirmi sola, infinitamente sola, come se fossi l’unica abitante della terra, la sua presenza comincia a rendermi indifferente.
Ho pulito come al solito e mi sono infilata sotto la doccia, per svegliarmi da questo brutto incubo, ma non mi sveglio più ormai, l’incubo è realtà; tutto l’amore che ancora provavo per lui in questi giorni, nonostante le mille pugnalate, quell’amore che mi ha dato la forza di andare avanti a testa alta, di consolarlo per non vederlo soffrire, di rassicurarlo per lasciargli prendere la decisione giusta per lui e non per me, se ne sta andando, non ho più nemmeno quello, non ho più un motivo per impegnarmi a ricominciare?
Forse mi ha persa definitivamente, non sono più io, sono cambiata…mentre lui si rimetteva in gioco con un’altra io mi sono messa in discussione con me stessa: questa è la differenza tra lui e me. Non so nemmeno se lui abbia mai pensato, prima o dopo, che ci fosse la possibilità di perdermi: mi ha infilata in una buca talmente profonda che da sola non ce la farò mai a uscirne…
L’unica cosa certa nella vita è che non dobbiamo mai avere certezze

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