venerdì 25 novembre 2016

GIORNO 26


Venerdì
Ieri sera mi sono sforzata di mangiare qualcosa con le bimbe, ci ho messo impegno, ma poi, quando sono andata in bagno non ho saputo resistere, sentivo che la cena mi stava portando via la voglia di cambiare e ho vomitato, tantissimo, finchè il mio stomaco non ha chiesto di smettere. Guardandomi allo specchio continuo a vedere un’immagine bruttissima di me, non mi piaccio, non voglio essere così, so di essere diversa, so che, sotto gli innumerevoli strati di ciccia-airbag che ho accumulato per salvarmi dalle botte della vita, ci sono io.
Ieri sera aveva il solito muso lungo, me ne sono fregata, sono andata a letto perché avevo sonno ma non perché la sua assenza mentale mi fa star male, ormai ne rimango indifferente, non mi importa più sapere cosa stia pensando, da quando gli ho detto tutto quello che pensavo io non ho più timore dei pensieri altrui.
Mi sono addormentata quasi subito e, alle quattro e mezza mi sono svegliata, quasi sforzandomi, perché sapevo di avere un sacco di cose da fare. Così, fino alle sei, dopo essermi imbottita di caffè, antiinfiammatorio per il mal di schiena, antidepressivo per mantenere l’umore accettabile e vitamine, per reggermi in piedi senza cibo, non ho fatto altro che pulire casa, sistemare, buttare, lavare, spazzare, spolverare, rassettare tutto il caos che, ieri sera, i componenti della famiglia avevano lasciato per aiutarmi a ricordare che esistono…e come fare a scordarmelo? Vivo per loro, passo il mio tempo a fare solo cose per loro, mi sacrifico solo per loro.
Quando si è svegliato è sceso, mi è passato davanti e non mi ha nemmeno detto un semplice ed educato buongiorno, poi mi ha chiesto cosa avessi fatto fino a quell’ora e, quando gli ho detto quali erano state le mie attività, con un tono da cui usciva solo ed esclusivamente acidità e odio, mi ha risposto che, visto che non riusciva a vederne i risultati avrebbe dovuto cominciare lui a prendersi cura della casa perché io non ne sono proprio capace, non lo so fare...
Il buongiorno si vede dal mattino.
Non sono stata, come sempre, in silenzio cercando di attutire il colpo, ho reagito, gli ho fatto notare che io puliscono dove loro sporcano, quindi se facessero a meno di sporcare e fare disordine io non mi troverei a fare cose di cui lui non mi reputa capace e che, se avesse voluto, avrei potuto prendere lezioni da qualcuno sull’argomento “casa immacolata” .
Ho chiuso il discorso mandandolo a quel paese senza usare parafrasi.
Non ho sofferto come al solito, non mi sono sentita in colpa per averlo fatto arrabbiare, sono ancor più serena di prima.
Sa cosa provo per lui, cosa penso di lui e cosa sono disposta a fare per lui, ma tutto ciò non gli provoca nessuna emozione e reazione, quindi ho deciso che smetterò di chiedergli un abbraccio ogni tanto, di uscire per stare un po’ con lui o di chiacchierare del più o del meno come una volta; io ho fatto degli sforzi al limite dell’umano in questo mese, ma non toccava a me farli per ricucire i brandelli rimasti di noi, se davvero ci tiene deve cominciare a muoversi perché il tempo passa e con lui passano anche tutti i miei buoni propositi. Comincio a volermi bene e a rendermi conto che mi basto per star bene, posso stare senza mangiare, senza dormire, senza di lui (unica eccezione è per le figlie perché loro sono il mio ossigeno quotidiano, sono la mia ragione di vita), vivendo ugualmente, non si muore perché non veniamo amati come dovremmo, se amiamo noi stessi riusciamo a colmare le carenze altrui.
Oggi mordo, lo so, ma non ho più voglia di trattenere niente…
Non butto, metto solo da parte, cambio le priorità

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