sabato 12 novembre 2016

GIORNO 13

Sabato
Stamani, con solo due ore di sonno alle spalle, dopo aver assolto i miei doveri quotidiani, ho deciso che non potevo aspettare che lui si svegliasse per vederlo andar via, così gli ho lasciato un biglietto, dove spiegavo il perché della mia assenza e ribadivo le cose che già gli avevo detto ieri sera, e sono uscita. Avevo bisogno di aria, di stare da sola perché ho scoperto che ci sto bene, molto bene.
Sono andata a prendermi un caffè, ho incontrato un’amica, ho fatto quattro chiacchiere con lei parlando di figli e problematiche annesse, la mia mente era sgombra dai pensieri dei giorni passati e da quelli riguardanti i giorni che verranno. Decisa, serena, convinta che ce la farò. Mentre mi crogiolavo nei miei non pensieri ho incontrato un mio vecchio e sempre caro amico, colui a cui ho dato il mio primo bacio e con cui c’è sempre stata una sincera amicizia, tanto che era presente al nostro matrimonio, visibilmente commosso e felice per l’affetto che nutre per entrambi. Abbiamo parlato un po’, mi ha fatto bene il suo abbraccio e i suoi baci affettuosi: è bello sapere che ci sono persone che ti vogliono bene per quella che sei e che, anche se gli anni passano e ci si vede sempre più raramente, ti vedono ancora come quella che eri…forse perché allora non sono così cambiata?
Sono andata a comprare pane e latte e il negoziante, mentre gli indicavo esattamente il pezzo che volevo, mi ha detto che se tutti i clienti fossero facili da accontentare come me avrebbe giornate migliori, io gli ho risposto che non era una questione di sapersi accontentare, ma di sapere quello che si vuole e mi ha detto che effettivamente si vede che sono una donna decisa e si è complimentato con me per quello che emanavo.
Se anche chi non mi conosce vede che non ho più dubbi e timori è davvero una grande gratificazione dopo tutti gli sforzi che sto facendo per me stessa.
Dopo poco mi è arrivato un suo messaggio: era andato, potevo tornare a casa.
Sono tornata e ho cominciato ad aprire porte e finestre, a far entrare aria nuova, ho lavato il pavimento come se dovessi cancellare anche la minima impronta rimasta come prova del suo aver vissuto con me.
Poi è arrivato un suo messaggio in cui mi diceva che, non riuscendo a smettere di piangere, non poteva andare a prendere la piccoletta e passare del tempo con lei; sono seguiti altri messaggi pieni di dolore, pieni di angoscia. Ho avuto paura che facesse altre stronzate e, nonostante avessi promesso a me stessa che non lo avrei né chiamato né sentito se non per cose riguardanti le bimbe, l’ho chiamato preoccupata per lui, preoccupata di vederlo perdersi di nuovo e di non riuscire più a trovare serenità e, per il bene delle bimbe, deve ritornare felice, con me o senza di me, ma felice. Ho provato a farlo parlare per capire cosa stesse succedendo, ma non era credibile nel rassicurarmi dicendomi che stava bene. Mi ha detto che non riesce ad andare via, non riesce ad andare da lei, non sa cosa stia realmente provando. So bene che ha un estremo bisogno di stare da solo, ma so anche che non ha un posto dove andare, così gli ho detto che avrebbe potuto ritornare a dormire nella camera dove lo avevo già sistemato, senza dirmi niente, io non gli avrei chiesto niente, voglio solo che stia in pace senza pensare a me o a lei. Mi ha risposto con un “Grazie amore, ci penserò”…da un po’ non metteva la parola amore parlando con me.
Oggi pomeriggio è passato ( come gli avevo suggerito per far si che vedesse sua figlia senza piangere: a lui fa bene stare con le bimbe e loro stanno bene nel vedere che comunque per loro c’è ancora, ha sempre le stesse attenzioni di prima) a portare la merenda alla piccoletta che era qui a casa a studiare con la sua amica. Cercava di assumere un atteggiamento distaccato, per non crearmi problemi, mi ha chiesto di dargli il sacco a pelo ed è andato via…
Non ricominciare a farti male

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