giovedì 10 novembre 2016

GIORNO 11

Giovedì
Ieri sera i mille pensieri della giornata si sono accavallati creando un groviglio inestricabile. Ho riflettuto sulle ultime cose che mi aveva detto la mia amica la mattina: non devo chiedermi perché, le cose accadono comunque, ci si può innamorare di una persona appena conosciuta e capire in un solo attimo che è quella che stavamo aspettando da una vita, accontentandosi nel frattempo di chi non ci faceva stare così male,  quella per cui si è disposti a cambiare e a chiudere con la solita vita. A lui è successo, a me no, quindi è per questo che non capisco e continuo a chiedermi perché…perché, comunque, lei ha tutto quello che a me è sempre mancato più quello che di buono ho sempre avuto, quindi, anche se mi sforzo, non posso andare incontro a un uragano pensando di vincerlo, pensando di uscirne illesa e tutta intera. Sono confusa ma decisa a non esserlo più. Certo che avrei desiderato che almeno lui fosse meno confuso di me, avrei voluto che, quando mi ha detto che sarebbe restato, avesse avuto il coraggio e la forza di volerlo davvero, magari chiedendo all’altra del tempo per impegnarsi nella sua decisione, del tempo in cui lei avrebbe dovuto farsi da parte per lasciargli la lucidità di capire quale sentimento possa ancora provare per sua moglie e contemporaneamente capire  se il loro distacco rafforzi ancor di più quello che provano. Invece niente di tutto questo è successo, lei continua a dirgli che gli manca e lui non so proprio cosa risponda e cosa provi ascoltando il suo dolore e le sue parole.
Così, visto che i due, più che cinquantenni, non sono abbastanza maturi per lasciare da parte un po’ di egoismo per il bene dell’altro ( l’amore è soprattutto questo: cercare di farsi da parte se ciò può aiutare a non far soffrire l’altro), in tutto questo essere ancora confusi e non sapere cosa volere, la decisione la prendo io. Mi faccio da parte io, voglio solo un ultimo giorno da passare con lui, per lasciarlo andare tenendomi però un dolce ricordo, e poi basta. Anche starmi accanto lo sta confondendo, ma non perché ricominci a sentire qualcosa per me, solo per la pena che gli faccio nel vedermi fare mille sforzi per riaverlo.
Ieri sera mi ha chiesto se dovevo aspettare che lui mi tradisse, che lo perdessi definitivamente, per riuscire a fare qualcosa per cominciare a volermi bene. Non lo so, spesso si capisce il valore reale di una persona solo quando la si perde, io ho capito che ero troppo presa dall’odiare me stessa per rendermi conto di stare perdendo la cosa più preziosa e bella della mia vita. Non voglio continuare così, a subire perdite per colpa mia, non voglio che le bimbe vedano in me una madre fragile che non è riuscita a farsi amare. Non voglio vedere più, guardandomi allo specchio, un’immagine di nullità, una donna travolta dall’odio per se stessa.
Volermi bene è anche lasciarlo andare, volergli bene è lasciare che vada verso un futuro migliore.
Solo chi non ama davvero non è disposto a fare sacrifici pur di rendere felice l’altro.

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