martedì 8 novembre 2016

GIORNO 9

Martedi
Non riesco ancora a nutrire il mio corpo, ma non mi sento stanca, anzi, mi sento addosso una grande energia, ho voglia di muovermi e non riesco a stare ferma. Mi sforzo di ricordarmi di bere perché non sento più nemmeno la sete. Anche stanotte non ho dormito un granchè: appena mi accorgo che sto sognando apro gli occhi per paura di sognare ancora, come se non volessi più trovare il tempo per illudermi anche inconsciamente. Stanotte ho sognato che mi veniva a cercare per fare l’amore, non aveva ancora preso una decisione, ma aveva bisogno di me e di amarmi seppur momentaneamente. Era un sogno bellissimo, io ero consapevole che non stava amando me ma il ricordo di quella che ero, ma stavo bene, non mi creava nessuna sofferenza, anzi, come se mi servisse per riuscire a mettere un punto, non so se di fine o a capo, nel nostro rapporto.
Ho aperto gli occhi e sono stata invasa da un senso misto di ansia e disperazione perché avevo la consapevolezza che era solo un sogno e che non potrà mai diventare realtà, faccio una fatica enorme a rassegnarmi, ma lo devo fare: non mi cercherà più, non mi amerà più, nemmeno per un solo breve momento.
Mi sono alzata verso le cinque e, anche se fare le solite cose di tutti i giorni mi tiene la testa impegnata, non riuscivo a non pensare, a continuare a farmi mille domande e a non trovare risposte. Se lui non ha ancora preso una decisione cosa vuol dire? Che posso avere ancora un’opportunità per farlo innamorare di nuovo di me? E come devo fare per non cadere nell’umiliazione? O vuol dire che la sua indecisione è dettata dal fatto che sa che non ho più possibilità di riconquistare un posto nel suo cuore e ha paura di farmi soffrire? Quanto ama l’altra? Cosa si dicono? Che aspettative le sta dando? Sta ancora facendo l’amore con lei o desidera fortemente di farlo?
Mi dice che non devo fare paragoni, ma è difficile non pensare che ormai, seppur combatto anche per riaverlo, non solo per amare me stessa, è una guerra persa in partenza, perché con me ha un passato che pesa, pesa molto di più di un futuro ancora tutto da scrivere e idealizzare con lei e le zavorre si sa, non aiutano ad andare avanti senza fatica.
Tutte le mattine, dopo che ho portato le bimbe a scuola, mi fermo a prendere un caffè, da sola, per abituarmi a stare sola senza dovermi sentire persa, anche stamani l’ho fatto, è come prendere un farmaco tutti i giorni per una malattia cronica: lo faccio perché devo ma anche per non morire.
La sua confusione sta confondendo anche me, ogni giorno di più, così, per riuscire a trovare un appiglio che non mi faccia volare in questa tempesta, gli ho dato un ultimatum (o forse l’ho dato a me? ): venerdì, 11 novembre, deve dirmi cosa vuole fare, cosa ha deciso, e se si sentirà ancora confuso deciderò io per lui, allontanandolo per sempre perché, con lui o senza di lui, devo continuare a vivere, ad andare avanti, a smettere di essere sospesa fino a data da destinarsi. Venerdì sarà una data che deve rimanere, che ha un significato, era il nostro anniversario e deve continuare a esserlo: dopo 27 anni inizierà una nuova vita per entrambi, nel bene o nel male e lui potrà decidere se continuare a pensarla ancora come una nostra data o come inizio di un nuovo amore con un’altra donna, ma non deve essere cancellata, sono stati anni bellissimi, non ho brutti ricordi perché quelli belli li hanno cancellati e non voglio che vengano accantonati a mero ricordo, sono qualcosa di più.
Chi si ferma è perduto ma chi si è perso deve fermarsi per guardarsi intorno e riprendere l’orientamento.
Da oggi pomeriggio sto cominciando a vacillare, le mie sicurezze stanno cedendo perché l’ansia si sta facendo spazio.
La testa mi dice che non devo illudermi più, che devo essere io a chiudere definitivamente e che non ho un filo di speranza, il cuore ha bisogno di aggrapparsi a qualcosa perché non riesce ad accettare una vita senza di lui, quindi mi chiede di sperare e di illudermi.
Fino a ieri mi convincevo che cominciavo a non amarlo più.
Oggi ho incontrato una persona che non vedevo da anni e mi ha chiesto come sto…ho risposto con il solito “bene, grazie”, ma poi la stessa domanda me la sono fatta io: come sto?
Non lo so proprio. Non riesco a odiarlo, non riesco ad arrabbiarmi, perché quando lo vedo mi vengono in mente solo i bei momenti passati insieme, il nostro modo di prenderci in giro, di scherzare, di giocare che non è mai cambiato in tutti questi anni, quando lo vedo sento ancora le farfalle nello stomaco e non riesco a smettere di continuare ad amarlo, a vederne più i pregi che i difetti, a pensare alla frase più bella che mi abbia mai detto: “Noi abbiamo l’affinità elettiva” e non me l’ha detta anni fa, forse nemmeno un anno fa… quindi sto male, ecco come sto, perché so che sarà dura riuscire a soffocare i miei sentimenti, a reprimerli e a cercare di non provarli più.
Per lui è stato facile, per me è difficile smettere di amarlo.
Barcollo, ma non devo mollare

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