martedì 29 novembre 2016

GIORNO 30

Martedì
Ieri sera, quando e rientrato, ho aspettato che si decidesse a parlarmi, come mi aveva detto, ma sembrava che se ne fosse proprio dimenticato, però era sereno; ho preso io l’iniziativa, non voglio lasciare niente di non detto o in sospeso.
In settimana se ne andrà, mi ha detto che vuole che stia bene, che, comunque, la nostra amicizia rimarrà per sempre, che devo pensare ai bei giorni passati insieme perché il nostro è stato un matrimonio felice.
Mah.
Io gli ho risposto che, sicuramente starò meglio di come sto adesso, che non riesco proprio a essergli amica e che pensare al nostro matrimonio mi fa solo soffrire di più, proprio perché il nostro è sempre stato un rapporto speciale, bello, senza grossi problemi di incompatibilità, anzi, quindi, sapendo che lui ha rinunciato improvvisamente a tutto questo e che non tornerà più indietro, e che niente sarà più come prima, per me è meglio cercare di buttare i bei ricordi e di convincermi che mi sono sbagliata, che ho amato una persona idealizzandola troppo e che, in realtà, era completamente diversa da come la vedevo.
Gli ho detto che la mia decisione non è stata presa senza sofferenza, quindi non deve farmi sentire in colpa assumendo l’aria da cane bastonato e abbandonato.
In questo mese ha detto solo bugie per farmi stare buona, per avere un posto dove stare, accudito e riverito come prima.
Gli ho chiesto se, quando un mese fa aveva deciso di non andare dicendomi che voleva ricominciare una nuova vita e un nuovo rapporto con me, fosse stato sincero o se la decisione di non andare da lei fosse una conseguenza dei problemi economici che la sua partenza avrebbe provocato. Ha cambiato subito espressione, non era più sereno, era stravolto, serio e impaurito nel rispondermi: avevo scoperto il vero motivo del suo rimanere con me.
Non sono servite altre parole, non ho più fiatato, sono andata a dormire sperando di non avere incubi.
Stamani mi sono svegliata tranquilla, ho accompagnato le bimbe a scuola e, mentre tornavo a casa, fermandomi a uno stop, mi sono accorta che davanti a me avevo un panorama fantastico: la spiaggia, il mare calmo, l’assenza di ombrelloni e persone, il cielo azzurro e il sole che, per essere ancora mattina presto, dava alla luce del giorno un colore caldo, rincuorante. Io avevo sempre guardato a destra e a sinistra a quello stop, ma mai davanti a me, così mi sono accorta che io ho sempre agito come si deve agire, ho sempre fatto quello che si deve fare, non sono mai andata oltre, non ho mai guardato davanti a me perché avevo sempre la testa chinata verso il basso. Non deve succedere più.
Sono andata a prendermi un caffè con un’amica ed è sempre un piacere chiacchierare con lei, la barista mi ha disegnato un bel cuore sul cappuccino e, prima di andare via, mi ha offerto un caffè al ginseng ( e mi si è aperto un mondo!), insomma, mi sono accorta che ci sono tante belle persone che regalano sorrisi e anche io ero così fino a poco tempo fa…devo ritornare a sorridere.
Ho tolto tutta la sua roba da armadi e cassetti, ho preparato borsoni e valigie e mi sono sentita bene nel farlo.
Vista la giornata bellissima, ho portato la quattordicenne e il suo amico, una volta usciti da scuola, sulla spiaggia a riempirci di sole e ad annusare l’odore del mare, poi siamo andati a prendere la piccoletta e ci siamo concessi di pranzare fuori, nella pizzeria in cui mi conoscono e, anche li, mi sorridono e mi regalano parole gentili.
Quando sono tornata a casa ero talmente rilassata che mi sono addormentata sul divano, mi sentivo appagata da quello che avevo, dall’essere, d’ora in poi, io e le mie bambine, noi tre sempre insieme, senza dubbi di non esserlo.
Il sole mi ha davvero sciolto il ghiaccio che avevo nelle vene da troppo tempo.
Quando il dolore non passa e diventa cronico, sorridere è l’unica cura per guarire. Sorridi sempre.

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