sabato 5 novembre 2016

GIORNO 6

Sabato
Più in basso di così c’è solo da scavare.
Ieri sera, quando è tornato a casa, ero serena: gli avevo chiesto se potevamo uscire insieme a bere qualcosa, così, tanto per passare del tempo lontano da casa, figlie, tv e giochini.
Purtroppo le esigenze continue delle bimbe, i loro capricci e il caos che ci circonda ( secondo lui a causa mia), ci hanno innervosito entrambi e la voglia di uscire è svanita, se ne è andata con il pezzo di pane che avevo deciso di mangiare come cena e che non sono riuscita a trattenere dal vomitare.
Mi sono fatta coraggio e siamo usciti.
A volte dovrei tacere e diventare momentaneamente sordomuta, invece dico sempre solo cose sbagliate. Dopo un mojito, ingurgitato come fosse un bicchier d’acqua, mi sono lasciata prendere dai mille interrogativi senza risposta quindi ho chiesto, facendomi del male, come una masochista. Perché appena mi impegno a volermi bene poi ho questa impellente necessità di farmi male? Per buttare giù il dolore che stavo provando ho bevuto ancora un altro boccale di roba alcolica, non ne potevo più di sentire al mio ennesimo “perché?” la solita risposta, perché mi ferisce o perché non è una risposta? E’ inutile che mi ripeta che l’aspetto fisico e la mia ciccia non ne sono la causa perché poi questi mostri me li addossa come l’effetto dell’essere una donna debole, una donna che non si ama…
Come faccio ad amarmi?? Non l’ho mai fatto in 47 anni, non lo so fare, non so come si fa, non esiste un manuale di istruzioni, non si cancellano le umiliazioni e le carenze affettive subite da piccola solo convincendosi che il passato è passato, sto cercando di essere autodidatta, ma è faticoso e ho paura di commettere ancora altri errori.
Cominciavo a essere annebbiata, ma ricordo bene il magone che stavo trattenendo nel sentire quanto l’altra fosse diversa da me ( volevo conoscere tutto, nonostante sapessi perfettamente che sarebbero state coltellate su coltellate), di quanto fosse una donna decisa, dinamica, ordinata e maniaca della pulizia, affettivamente non assillante ne istintiva come me e contro tutto questo, sicuramente, non potrò mai reggere il confronto: posso migliorare me stessa ma non riuscirei mai a essere completamente diversa da quella che sono, potrei fingerlo di esserlo, ma per quanto?
Continuano a sentirsi quotidianamente, per parlare del più e del meno…io non mi fido più ormai, nemmeno del più e del meno.
L’unica domanda intelligente che potevo fare non l’ho fatta, forse perché dentro di me so già la risposta: è amore o infatuazione?
Il locale si era fatto sempre più affollato, non riuscivo più a sentire le sue parole, intorno a me c’erano solo tanti ragazzi/e che si divertivano e io mi sentivo, come al solito, inadeguata, molto brilla e ridicola: una  brutta vecchia in un locale da giovinastri che si comporta come una stupida,  piangendo e umiliandosi davanti a tutti.
Non ce l’ho fatta ad aspettarlo mentre era andato a pagare, mi sono alzata e mi sono incamminata verso la macchina, cercando di trattenere le lacrime che si confondevano con la pioggia, ma non ci sono riuscita. Quanto male mi ha fatto? Perché mi ha fatto tutto questo? Non trovo la risposta, ho bisogno di una risposta vera, reale, tangibile, non piena di forse. Sono stufa di sentirmi dire quanta pazienza e dedizione ha messo nello starmi accanto in questi anni accettando tutti i miei innumerevoli difetti ed errori, mi ha concesso di sbagliare.
Io non ho messo la stessa pazienza e dedizione? Quante volte ho ingoiato cose che non mi andavano e tutt’ora non mi vanno, quanti pianti silenziosi mi sono fatta in piena notte dopo litigi in cui mi vomitava rabbia senza darmi modo di parlare e io, che avrei voluto controbattere con la stessa rabbia, tacevo perché sapevo che avrei solo peggiorato la sua ira? Quanto ho aspettato, invano, che trovasse del tempo anche per me? Quanto male mi ha fatto e mi fa ogni giorno vedendo che io vengo sempre dopo, dopo una miriade di altre persone, dopo, dopo, solo dopo. Eppure non ho mai vacillato per questi motivi, non ho mai avuto dubbi sull’amore che provavo: quando ci si innamora di una persona inizialmente la si ama per i suoi pregi, che sembrano infiniti, poi pian piano, se è vero amore, si vedono anche i difetti e si amano anche quelli, perché sono proprio questi, insieme ai pregi, che rendono una persona unica e speciale.
L’alcool stava facendo effetto sempre di più, gli ho detto che deve ricominciare a corteggiarmi se mi vuole, ma il suo “si” sembrava dettato dall’urgenza di tenermi buona; tornata a casa, non sentivo più nulla, nessuna emozione, nessuna rabbia, ma non sentivo più nemmeno me stessa, come se le mie reazioni fossero state sospese momentaneamente. Ho perso la dignità.
Mi sono accasciata, ricordo solo questo, non ho più sentito stabilità sotto i miei piedi, così mi sono accasciata per aggrapparmi al pavimento.
Ho dormito poco, ho ripreso lucidità verso le quattro e alle sei ho deciso di alzarmi.
Solito rituale, soliti gesti che mi sforzo di fare quotidianamente per spronarmi a vivere. Sono stata tanto tempo con la testa sotto il getto della doccia bollente, volevo far evaporare la vergogna che provavo per essermi comportata come una cretina. Non imparerò mai a volermi bene.
Quando mi sono guardata allo specchio per truccarmi ho provato un gran disgusto: non sono all’altezza delle sue aspettative, non lo sono stata e non lo sarò mai, sono quello che riflette lo specchio ogni mattina e, anche se provo col trucco a illudermi di poter essere diversa, il trucco poi svanisce e ritorno io, l’errore umano.
La mattinata è passata lentamente, tra pulizie, bimbe litigiose e la pioggia battente che mi batteva nella testa.
Ho preparato il pranzo, ho mangiato ma, appena ingurgitato l’ultimo boccone, mi sono sentita come se avessi fatto una cosa bruttissima: non devo nutrire il mio corpo, non devo nutrire la bestia, devo uccidere la bestia, non farla sopravvivere. Sono andata in bagno a vomitare e, anche se la testa mi girava forte, sono stata meglio, almeno con me stessa.
Non è una gara fra chi ha più qualità, sii te stessa perché solo tu non ti tradirai mai.

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