domenica 4 dicembre 2016

GIORNO 35

Domenica
Sto ricominciando a dormire bene, a mangiare qualcosa senza sentirmi in colpa e a essere serena…sentendomi però in colpa per questo ritrovato benessere.
Sentirmi così bene, finalmente, ma vedere che lui non sta affatto bene mi fa sentire colpevole, colpevole di riuscire a essere serena senza di lui e provocargli così ancora sofferenza e confusione. Ma ho promesso a me stessa che prima vengo io, che prima devo pensare a star bene io e poi, se mi rimane posto, posso pensare anche agli altri, ma solo se mi rimane posto…e in questi giorni il posto non c'è, lo sto occupando tutto per me.
Stamani dovevo portargli le bimbe ( ieri aveva detto che sarebbe passato a prenderle…ma ormai mi sto abituando al suo cambiamento, al suo dire una cosa e smentirla il giorno dopo) ma siamo arrivate un po' tardi, con quasi un'ora di ritardo, visto che la quattordicenne ha impiegato un'ora  e mezzo per vestirsi e sistemarsi, nonostante io e la piccoletta cercassimo in tutti i modi di farla velocizzare, addirittura la piccoletta, presa dallo sconforto, è andata a vedere come mai ci stesse mettendo così tanto e l'ha trovata che cercava di truccarsi, allora ha preso in mano la situazione, e i trucchi della sorella, le ha dato delle pennellate a caso e le ha detto che  era a posto ( e tanto a posto non lo era affatto, ma era tardi e ho lasciato le cose così…madre snaturata?).
Alle 11 quando ha chiamato per dirmi di portargliele, gli avevo chiesto se avesse voluto tenere le bimbe anche per pranzo, pensando di fargli un favore, ma non gli è sembrato il caso, tant'è che, prima di mezzogiorno, quando gliel'ho portate, vista l'ora, gli ho fatto la stessa domanda e lui mi ha risposto che ormai era tardi per avvisare sua madre sul fatto che ci fossero state anche le bimbe e che sarebbe venuto a prenderle nel pomeriggio, per portarle a vedere una mostra. Taccio sui pensieri che, in quel momento mi sono frullati nella testa, ho taciuto anche in quel frangente, mordendomi la lingua.
Siamo andati a votare e poi, io e le bimbe, ce ne siamo andate a fare un giro: la giornata era troppo bella e calda per tornare subito a casa.
Quando, nel pomeriggio,  è venuto a prendere le bimbe era molto serio, non aveva l'aria triste di ieri né quella indifferente di stamani, era quasi irritato e cercava di sfuggire alla mia presenza, come se fosse infastidito da me.
Non è più un mio problema.
Ho passato il pomeriggio facendo finalmente quello che volevo fare: mi sono accesa tutte le candele profumate che da anni volevo provare, ma che a lui davano fastidio, perché non sopporta che ci siano profumi nell'aria, ho messo un po' di musica, ma non più con il volume al massimo, come facevo fino a qualche giorno fa, cercando di non sentire i miei pensieri, ho messo un volume da sottofondo perché ora i miei pensieri sono meno affollati e parlano sottovoce. Ho mandato il mio misero curriculum a tutte le offerte di lavoro che ho trovato adatte a me, omettendo di inserire la foto: non riesco ancora ad accettarmi e sono più che convinta che, vedendo subito la mia immagine, chi riceve il mio curriculum non sprechi nemmeno il tempo per leggerlo e lo cestini con un clic.
Ho ancora tanto da imparare.
Comunque ci provo, ci sto provando davvero a tenere la testa fuori dal buco in cui l'ho sempre tenuta, voglio trovare un lavoro, voglio riuscire a rendere concreta la mia laurea, smettendo di sospirare nel guardarla appesa come un cimelio, non voglio più che il mio essere solo una mamma a tempo pieno ( pieno, intenso e faticoso visto che ricopro diecimila ruoli diversi simultaneamente) gli crei solo un motivo in più per non rispettarmi, per farmi sentire a disagio e inferiore. Non devo lasciare niente di intentato.
Verso le sei le bimbe erano di nuovo a casa, lui è fuggito veloce, come se avesse paura che gli dovessi dire o chiedere qualcosa. Ho chiuso il garage, la porta e messo l'allarme: eravamo tutte a casa, ormai siamo solo noi tre, non doveva arrivare o rientrare nessuno; non stiamo male, non siamo tristi, possiamo cenare quando abbiamo fame senza dover aspettare i suoi orari post pub e amici, non dobbiamo preoccuparci nel vederlo con lo sguardo fisso sul telefono e sfuggente nel guardare e ascoltare noi.
La piccoletta ieri sera mi ha detto che, visto che il papi è andato via, sarà lei ad assumere il ruolo di capo famiglia, quindi io sarò la sua schiava, visto che prima lo ero di lui…
Ero davvero così schiava? Non mi ero mai accorta di quanto mi sia ridotta a vivere in funzione degli altri, rendendomi totalmente dipendente dai loro bisogni.
Ora che ne sono consapevole, non ho intenzione di continuare a essere la schiava di nessuno, né di lui né delle figlie, né di nessun altro.
Mi dispiace un po' dirlo, ma oggi è stata una giornata di puro benessere, da troppo tempo non mi sentivo così bene con me stessa.
Volermi bene deve diventare la droga della mia vita: ma voglio l'assuefazione e non le crisi di astinenza.

1 commento:

  1. Siiiii. É questo quello che voglio leggere nei prossimi post. Tu prima di tutto. Sembra brutto dirlo o anche solo pensarlo ma, i figli devono essere parte attiva del tuo benessere non tu (schiava) sottomessa ai loro bisogni. Ognuno il proprio ruolo con le proprie responsabilità e i diritti e i doveri che spettano. Noi genitori amiamo troppo i nostri figli e a volte (spesso) rinunciamo a troppe cose, anche al nostro benessere pur di far star bene loro. Bisogna trovare il giusto equilibrio. Si può e si deve amare sia loro che noi stessi in egual misura. Buona serata Veronica.

    RispondiElimina

I consigli,le opinioni e le critiche sono sempre ben accette, dite pure: