lunedì 19 dicembre 2016

GIORNO 50



Lunedì
Oggi ho cercato di tenermi impegnata il più possibile perché, dopo quello che ho passato ieri, so che potrei crollare da un momento all’altro e non riprendermi più.
Così ho accettato con entusiasmo l’invito di una mia amica ad andare a camminare e fare shopping natalizio al mercato (così si dovrebbe fare quando la situazione economica non permette nemmeno di guardare le vetrine dei negozi, figuriamoci di entrarvi per acquistare i regali di Natale…). Tra il forte vento, il freddo pungente, l’aria umida intrisa di salmastro e la splendida compagnia, i miei pensieri avevano lasciato, temporaneamente, il loro luogo di origine e io stavo bene, molto bene, nonostante lui continuasse a telefonarmi offendendosi pure sentendomi impegnata e poco propensa al dialogo.
Il pomeriggio ho pensato alle bimbe, ho fatto da taxi per i loro impegni, ho rassettato il caos che, a causa della mia mattinata benefica, avevo lasciato in arretrato, poi ecco che, all’improvviso, senza un perché, senza avvisarmi, il groppo che avevo tenuto nascosto è uscito violentemente. Ho cominciato a piangere, sempre di nascosto, e non riuscivo a smettere: era dolore puro, era un pianto di disperazione inconsolabile. All’improvviso, nel mio nascondiglio del pianto, è apparsa la piccoletta che mi ha messo il suo telefono in mano e se ne è andata. Al telefono c’era lui…non riuscivo a trattenere le lacrime mentre rispondevo e ha sentito benissimo in che stato fossi e, questa volta, non si è irritato nel sentirmi così, ma ha cominciato a cercare di consolarmi dicendomi che non mi meritavo tutto questo, che capisce quanto dolore abbia ancora dentro, che non succederà più di passare una giornata come ieri e che vuole veramente impegnarsi nel farmi tornare i bei ricordi che ho perso, che non riesco proprio a trovare dentro di me nemmeno se mi sforzo.
Ma, come sempre, erano solo parole…bugie e parole, niente di più.

Chi è stato capace di guardarti negli occhi mentre ti uccideva è capace anche di tenderti la mano e sorriderti, per essere sicuro di non sbagliare mira.

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