lunedì 5 dicembre 2016

GIORNO 36

Lunedì
Stamani il suono della sveglia l'ho sentito dopo un po', quando è diventato più forte e insistente: finalmente ho ricominciato a dormire bene, come prima (sono sempre stata una dormigliona, non ho mai avuto problemi nell'addormentarmi o di svegliarmi in piena notte). Mi sto stupendo di quanto stia bene, forse dipende anche dal fatto che, cominciando a volermi bene e a pensare di più a me, sto bene con me stessa, non sento solitudine, malinconia né paura di rimanere da sola: ho la fortuna di avere le bimbe che mi riempiono di amore e gli amici che mi stanno sempre vicini dimostrandomi costantemente il loro affetto.
Mentre ero in partenza per portare la quattordicenne a scuola, mi ha chiamata per darmi il buongiorno. Non so se l'ha fatto perché gli manca vedermi la mattina o per sentire se a me manca lui, nel dubbio gli ho detto che finalmente ho ripreso a dormire e a mangiare qualcosa senza la voglia di vomitarla subito. Non l'ho fatto per ferirlo, ho solo detto la verità, io non riesco a mentire, non l'ho mai fatto perché ho sempre pensato che la verità rende liberi, le bugie ci rendono solo schiavi di noi stessi.
Verso mezzogiorno è passata mia sorella: doveva parlarmi e chiedermi una cosa importante…mi ha detto che girano ormai troppe voci, già da un po' di tempo, e voleva sapere se fossero vere o le solite voci di paese. Ho confermato, senza dare spiegazioni e senza raccontare, lei non ha voluto chiedere né sapere altro, ha detto che rispetta il fatto che siano affari miei e che non devo dare spiegazioni a nessuno se non voglio, ma voleva che sapessi che lei e mio fratello ci saranno nel momento in cui sentirò di aver bisogno di aiuto, che, per qualsiasi cosa, loro sono pronti ad aiutarmi. Le ho detto che, per ora, stavo bene ( lo ha anche constatato con i suoi occhi) e che, non essendoci niente di definitivo per ora, non mi sentivo di metterli in ansia per me; qualsiasi cosa accada sopravviverò comunque, nella vita c'è di peggio e io l'ho pure conosciuto, quindi quello che mi sta capitando è risolvibile, nel bene o nel male.
Ieri sera ho chiesto alle bimbe se stessero bene, se cominciassero a sentire gli effetti del cambiamento, la mancanza del padre la mattina, al loro risveglio, e la sera, la piccoletta mi ha risposto dicendomi che, a lei, sembra tutto come prima, non vede nessuna differenza:
"quando lui era qui con noi non lo era veramente, arrivava tardi la sera, dopo che avevamo cenato, per stare al pub con gli amici e, dopo che aveva mangiato se ne stava fuori in veranda a fare i suoi giochini con il telefono finchè non riusciva di nuovo tornando solo quando noi siamo già a letto!".
Anche la quattordicenne ha confermato il pensiero della sorella e questa cosa mi ha fatto male ( perché voglio che loro si accorgano che lui è un padre meraviglioso) ma anche riflettere: gli ho dato troppa libertà, sono stata una moglie troppo accomodante, non ho mai preteso che rinunciasse a ciò che lo faceva stare bene, sacrificando, non solo il mio benessere, ma soprattutto quello delle bimbe che avevano bisogno di più "normalità" familiare, di cenare tutti insieme, di stare con loro a guardare la tv o a chiacchierare, non c'è bar, pub, amici o giochino che possa essere più importante della serenità di una famiglia, quindi, se vorrà tornare a far parte di questa famiglia dovrà cambiare le sue priorità, dovrà avere piacere a stare con noi al punto di non sentire la necessità di stordirsi con altro, altrimenti che senso avrebbe?  "Come prima" non esiste e non esisterà più in ogni caso, ci sono tante altre cose che dovrà modificare e non so se sarà in grado di farlo; io sto cambiando proprio per amore e rispetto delle bimbe, di me stessa e anche di lui, e non è un sacrificio, anzi, mi sta dando forza e serenità e altra voglia di continuare a migliorarmi.
Sorridi, respira e vai piano, senza voltarti mai.

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