martedì 13 dicembre 2016

GIORNO 44

Martedì
Ieri sera, all'improvviso, ho sentito il dolore che avevo dentro diventare sempre più forte e non ce l'ho fatta. Mi sono nascosta in garage, per non farmi vedere e sentire dalle bimbe, a piangere il mio pianto di disperazione, non ho ancora finito di piangere, quindi non riesco ancora a combattere per cacciare via i brutti pensieri che mi hanno infilato nella testa. Ho ricominciato a vomitare, ma, questa volta, per il disgusto che provo quando penso a come ho passato questo fine settimana, come se dovessi liberarmi di tutto il veleno che mi hanno fatto ingoiare in sole 24 ore. Devo sopravvivere a tutto questo, quindi devo buttare fuori e non tenere più niente dentro che non mi appartenga.
Stamani mi sono svegliata alle quattro, ancora con gli occhi grondanti di lacrime: devo aver pianto anche quando dormivo; il mio umore era a terra e non avevo voglia di affrontare un'altro giorno, ma, grazie alle bimbe, mi sono fatta coraggio e mi sono sforzata a uscire e a fare le cose di ogni giorno.
Mi sono accorta che tante cose le faccio per abitudine e sono proprio queste che, poi, scatenano pensieri e ricordi che mi riportano alla disperazione e che mi provocano un gran senso di vuoto; così ho deciso di darmi nuove regole e nuove abitudini, di trovare modi per evitare i pensieri, i ricordi, i dubbi e le domande e liberare la mente in modo che ci sia spazio solo per ciò che mi fa star bene, solo per cose nuove, da costruire, da sognare e, perché no, realizzare.
Ecco cosa devo impormi di fare per non soffrire più:

  • Buttare tutto quello che mi porta indietro nel tempo, non mi fa bene avere bei ricordi condivisi con lui e sapere che non ce ne saranno più, quindi devo perdere l'abitudine di conservare le cose inutili, via la scatola in cui conservo 27 anni di biglietti, bigliettini, frasi e lettere (rare) d'amore. Via foto di viaggi, vacanze, compleanni e gite varie. Via borse regalate da lui, libri regalati da lui, e tutto ciò che mi è stato comprato fingendo amore. Buttare la roba che ha lasciato e che non riprenderà mai più, alcune cose le ho già buttate il 29 ottobre, e non ne sono pentita, affatto, non devo dargli motivo di venire qui a cercare qualcosa che non gli servirà più. I ricordi rimangono sempre dentro di noi, ma se non li cerchiamo se ne stanno buoni buoni.
  • Cambiare abitudini: aspettare l'ora di andare a letto per chiudere bene tutta casa e inserire l'allarme e pensare che lui non rientrerà mi fa male, cominciare a preparare il pranzo verso mezzogiorno e rendermi conto che nessuno verrà a mangiare mi butta giù, devo cambiare tante altre piccole cose e abitudini, sembra difficile, ma con un pochino di costanza si arriva in fondo. Non è la prima volta che devo cambiare la mia vita per forza e sono ancora qui, quindi devo: chiudere casa e metto allarme già nel pomeriggio, quando so che non devo più uscire e le bimbe sono rientrate, ritardare l'ora di cena in modo che si accavalli con l'ora in cui era solito rientrare così da non rendermene conto, perché troppo occupata per guardare l'orologio; non cucinare più se so di essere sola, meglio uscire e distrarmi a quell'ora; non preparare piatti che gli piacevano ma inventarmi cose diverse, non comprare cibo o altro della marca che uso sempre ( sembra una sciocchezza ma cambiare questo tipo di abitudine può dare belle sorprese), non guardare i soliti programmi in televisione solo perché ormai mi ricordo il numero di quei canali, ma cercare cose nuove o, anche meglio, spegnere la tv ( lui amava averla sempre accesa, anche se non la guardava).
  • Cancellare tutto ciò che ho sul computer di suo, nonché sul telefono: mail, foto, roba di lavoro che non serve più, messaggi whatsapp, togliere l'abbinamento foto/contatto rubrica e registrarlo solo con un asettico nome e cognome, spengere il telefono quando non voglio essere disturbata e non rispondere quando non ho voglia di sentirlo. Occhio non vede, cuore non duole e mente dimentica.
  • Cercare palliativi per non sentire i momenti di solitudine: la sera è il momento peggiore per reprimere i ricordi, il momento in cui il vuoto che ho dentro si trasforma in voragine. Quindi devo permettere al cane di salire sul letto e dormire accanto a me, per sentire il calore e il respiro di qualcuno, anche questa è un'abitudine che col tempo perderò, imparerò a star bene dormendo da sola e smetterò di cercare qualcosa da abbracciare ( il gatto si sta esaurendo in queste notti, prima mi accontentava e rimaneva tra le mie braccia, ora, appena vede che sto andando a letto si nasconde…). Devo trovarmi impegni per il fine settimana diversi dai soliti, convincermi che le bimbe stanno bene con lui e io senza di loro per un pomeriggio o una sera, devo utilizzare quel tempo libero per fare qualcosa che mi piaccia e che non riuscivo a fare prima.
  • Convincermi a credere che dalle cose brutte nascono sempre le cose belle, che posso ricominciare una nuova vita anche migliore di questa, che non sono ancora da buttare e posso migliorarmi per cominciare a non esserlo, che il mio cervello non è così arrugginito né piccolo come pensavo, che  il destino a volte sembra avverso ma invece sta preparando una nuova strada: forse doveva succedere tutto questo per riuscire ad aprire gli occhi e liberare il cuore per altro, per qualcuno che verrà, magari mi sbagliavo nel credere che fosse lui l'uomo della mia vita con cui volevo invecchiare, chissà, nel dubbio faccio spazio. Devo convincermi che tutto questo non è stata colpa mia, che sono stata una moglie fin troppo paziente: è lui che non merita me, non io lui.
  • Guardare il mondo con occhi nuovi, cercare piccole cose che mi procurino grande felicità, guardarmi allo specchio senza aver paura di quello che riflette, non aver paura di incrociare il suo sguardo e ricadere in confusione: l'avere due figlie insieme ci impone dei diritti e dei doveri da rispettare, ci impone di essere ragionevoli e civili, quindi non posso non vederlo mai più, ma posso osservarlo con occhi più critici, non innamorati, e, se dovessi vacillare, devo pensare al dolore che mi ha fatto provare e che non ho più intenzione di sentire in vita mia, alle lacrime che mi ha fatto versare, a quanto non si è mai meritato l'avere una moglie così innamorata da 27 anni da sentire ancora le farfalle nello stomaco solo pensandolo…che scema sono stata…ingenua, illusa, cieca, priva di razionalità e discernimento.
  • Promettere solennemente a me stessa di volermi bene, di non permettere più a nessuno di farmi del male, di giocare con i miei sentimenti, di non innamorarmi più in maniera così forte, di non credere a niente e a nessuno, di non mettere mai la mano sul fuoco per alcunché, di non spalancare le porte del mio cuore a chi non si merita nemmeno di affacciarsi, di non farmi più impietosire ( siamo adulti, nessuno è fondamentale per la vita di qualcun altro), di chiudere bene tutto e non far entrare altra tempesta. Di smettere di piangere.
Non devo piangere più, non devo avere più paura, non devo permettere a nessuno di farmi del male. Devo vivere.

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