giovedì 1 dicembre 2016

GIORNO 32

Giovedì.
Stamani mi sono svegliata troppo presto,  di nuovo per l'ennesimo incubo, di nuovo in preda all'ansia. Visto che in casa ci sono problemi con il riscaldamento e nella stanza in cui dorme non funzione e si gela, ieri sera gli ho detto che poteva tornare a dormire con me…come al solito sbaglio, continuo a farmi del male da sola, non so se sono masochista o particolarmente dura nell'imparare a volermi bene.
Forse, inconsciamente, pensavo che, essendo l'ultima notte che passava qui in casa, volevo sentire la sua presenza accanto a me per l'ultima volta, o forse il mio maledetto senso di protezione materno non lo voleva vedere al freddo e al gelo, non lo so, ma nello stare bene sono stata male. Mi sono addormentata presto, lui non era ancora tornato a casa dalla sua uscita serale, e, in piena notte, mi sono sentita la sua mano su di me, che mi cercava, proprio dove gli è sempre piaciuto tenerla, ma lui dormiva profondamente, poi mi ha abbracciata, baciandomi sulla testa, e siamo rimasti così fino a quando non mi sono svegliata per l'incubo. Anche lui, mentre mi cercava, stava sognando, chissà se il suo era un bel sogno, chissà chi stesse sognando…io ho di nuovo sognato loro due, arrabbiati con me, ma a parlare era solo lei e me ne diceva di tutti i colori, mi urlava che gli stavo mettendo i bastoni fra le ruote, che dovevo smettere di essere egoista e di lasciare che loro vivessero finalmente il loro amore. Anche lui era arrabbiato con me, lo vedevo dal suo sguardo severo, ma non parlava, annuiva a tutto quello che lei diceva, e le teneva il braccio intorno ai fianchi.
Devo smetterla di pensare, farmi domande, prendere decisioni sbagliate, ora basta, devo vivere giorno per giorno senza pensare e vedere solo il lato buono della mia giornata, devo soffermarmi a guardare quelle piccole cose che, in questo momento, a causa dei troppi pensieri, mi stanno sfuggendo.
Stamani, dopo aver lasciato le bimbe a scuola, sono andata a prendermi un caffè al solito bar e, appena varcata la porta, la barista mi ha subito messo sul banco il mio solito cappuccino, con tanto di cuore, già pronto prima che lo ordinassi; è stato un gesto bellissimo, mi sono sentita coccolata e ne avevo un gran bisogno, ne ho sempre un gran bisogno, non mi basta mai, forse perché ho troppi arretrati ancora da ricevere…
Ecco su cosa devo cominciare a concentrarmi: ci sono tante persone che, pur non conoscendomi bene, dimostrano affetto facendoci sentire più sereni con noi stessi, tutti dovremmo comportarci così, anche io devo ritornare a essere così, quando si riceve viene voglia di dare.
Le cose vere della vita non si studiano né si imparano, ma si incontrano.

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