martedì 20 dicembre 2016

GIORNO 51

Martedì
Ricomincio a non dormire e a non mangiare. Oggi è stata una giornata tremenda. Gli è arrivata la raccomandata con la richiesta di separazione e si è arrabbiato tantissimo con me, mi ha gridato per telefono tutto il suo disappunto per come stavo gestendo la cosa, per il tono che, secondo lui, ho fortemente voluto dare alla lettera spedita dal mio avvocato. Non gli è andato giù il motivo per cui chiedevo la separazione:
“Sua moglie, la Sig.ra V.P., si è rivolta al mio studio lamentando che la vita in comune, a causa di Suoi gravi comportamenti, sia divenuta intollerabile.”
Non è vero che la nostra vita come coppia sia diventata intollerabile, per me? Secondo lui no, ancora non capisce o non vuole capire. Davvero si aspettava che avrei di nuovo chinato la testa e accolto nella mia vita? Sta dicendo a tutti che ci siamo separati, stando bene attento a non rivelarne il motivo ( a detta sua per una forma di rispetto per me, non vuole farmi passare da cornuta…), e poi si arrabbia se lo vede scritto nero su bianco?
Ho pranzato con la mia amica, nonché avvocato, che mi ha detto che la lettera non dà seguito a niente se noi non lo vogliamo, che vorrebbe parlare con lui per capire e fargli capire cosa vuole e cosa deve fare per ottenerlo, non crede che tra noi possa finire così…lo so anche io che è brutto finire così, ma io ho bisogno di fatti concreti, di dimostrazioni di reale cambiamento e pentimento tangibili, voglio che non la senta più, nemmeno con un semplice sms, che non risponda più alle sue chiamate e che non abbia più la tentazione di farle lui a lei.
Purtroppo non sono riuscita a dirgli tutto questo, ad avvisarlo che deve parlare con la T. , lui non vuole più parlare con me, l’ultima cosa che mi ha detto è stata:
“Se questo è quello che vuoi, è quello che pensi sia stata la vita con me, allora separiamoci senza altri discorsi inutili”.
Come al solito mi ha addossato la colpa anche del nostro fallimento come coppia, non riuscirà mai a cambiare, ad assumersi le sue responsabilità, a farsi un esame di coscienza e a pensare che, se tutto questo fosse successo a lui, non avrebbe usato tanta comprensione o riguardo nei miei confronti.
Devo guardare avanti, da sola.



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